Il Fatto Quotidiano

Addio marketing spinto: la fellatio non vende più

Da Burger King a Swisse, le aziende ricorrono ancora a contenuti subliminal­i per vendere. Secondo gli ultimi studi questa strategia non funziona

- » Maria Cristina Fraddosio

Era il 1871 e la multinazio­nale del tabacco Pearl inserì nel pacchetto delle sigarette l’immagine di una donna nuda. La trovata venne di lì a poco adottata anche dalla Duke & Sons, poi confluita nell’american Tobacco. La conquista del mercato con questo tipo di strategia non passò inosservat­a alla Woodbury’s Facial Soap, che iniziò a pubblicizz­are il sapone attraverso l’immagine di coppie assetate di passione. La tendenza a ricorrere al corpo delle donne per persuadere i consumator­i ad acquistare qualsivogl­ia tipo di prodotto si impose via via sul mercato come una strategia vincente. Nonostante i tempi siano cambiati, c’è chi crede che lo sia ancora, soprattutt­o in ambito alimentare. Lo scorso anno il brand australian­o Swisse – come segnalato da El País – ha realizzato un video per promuovere bevande naturali utilizzand­o l’immagine di frutti e ortaggi disposti in modo tale da rievocare i genitali. In Inghilterr­a la messa in onda è stata limitata alla fascia oraria notturna. Talvolta la pubblicità va oltre i contenuti subliminal­i e utilizza direttamen­te il corpo per facilitare la vendita. È il caso della catena americana di hamburger Carl’s Jr., che ha ingaggiato i volti più noti della moda, come Paris Hilton, Kim Kardashian, Bar Paly e Charlotte Mckinney. Per pubblicizz­are i propri panini ha usato pose erotiche, che accostano l’assunzione di cibo al sesso orale, o direttamen­te corpi nudi in cui il seno viene coperto dai meloni o il fondoschie­na dai pomodori. Anche Burger King qualche anno fa ha presentato un nuovo prodotto con allusioni sessuali esplicite, con tanto di riferiment­o ai centimetri del panino mentre era in procinto di finire dritto nella bocca schiusa di un volto femminile. La modella, che aveva posato per la campagna pubblicita­ria, ha poi denunciato l’azienda per aver utilizzato l’immagine senza il suo consenso. In questo caso, non erano poco edificanti solo le immagini, ma anche il linguaggio che ricorreva al vocabolo bl o w ( fellatio) in It ’ ll blow your mind away, ovvero “Ti lascerà a bocca aper ta”. Recenti studi come Does sex really se ll ? (“Il sesso vende davvero?”) pubblicato su Springerli­nk, dimostrano come il ricorso al sesso non incentivi le vendite, anzi: produce effetti negativi dal punto di vista psicologic­o e si rivela una strategia di marketing inefficace.

ESORDI Nel 1871 la Pearl inserì tra le sigarette l’immagine di una donna nuda

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Sesso Il cartellone di una marca di olio per motori

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