Addio marketing spinto: la fellatio non vende più
Da Burger King a Swisse, le aziende ricorrono ancora a contenuti subliminali per vendere. Secondo gli ultimi studi questa strategia non funziona
Era il 1871 e la multinazionale del tabacco Pearl inserì nel pacchetto delle sigarette l’immagine di una donna nuda. La trovata venne di lì a poco adottata anche dalla Duke & Sons, poi confluita nell’american Tobacco. La conquista del mercato con questo tipo di strategia non passò inosservata alla Woodbury’s Facial Soap, che iniziò a pubblicizzare il sapone attraverso l’immagine di coppie assetate di passione. La tendenza a ricorrere al corpo delle donne per persuadere i consumatori ad acquistare qualsivoglia tipo di prodotto si impose via via sul mercato come una strategia vincente. Nonostante i tempi siano cambiati, c’è chi crede che lo sia ancora, soprattutto in ambito alimentare. Lo scorso anno il brand australiano Swisse – come segnalato da El País – ha realizzato un video per promuovere bevande naturali utilizzando l’immagine di frutti e ortaggi disposti in modo tale da rievocare i genitali. In Inghilterra la messa in onda è stata limitata alla fascia oraria notturna. Talvolta la pubblicità va oltre i contenuti subliminali e utilizza direttamente il corpo per facilitare la vendita. È il caso della catena americana di hamburger Carl’s Jr., che ha ingaggiato i volti più noti della moda, come Paris Hilton, Kim Kardashian, Bar Paly e Charlotte Mckinney. Per pubblicizzare i propri panini ha usato pose erotiche, che accostano l’assunzione di cibo al sesso orale, o direttamente corpi nudi in cui il seno viene coperto dai meloni o il fondoschiena dai pomodori. Anche Burger King qualche anno fa ha presentato un nuovo prodotto con allusioni sessuali esplicite, con tanto di riferimento ai centimetri del panino mentre era in procinto di finire dritto nella bocca schiusa di un volto femminile. La modella, che aveva posato per la campagna pubblicitaria, ha poi denunciato l’azienda per aver utilizzato l’immagine senza il suo consenso. In questo caso, non erano poco edificanti solo le immagini, ma anche il linguaggio che ricorreva al vocabolo bl o w ( fellatio) in It ’ ll blow your mind away, ovvero “Ti lascerà a bocca aper ta”. Recenti studi come Does sex really se ll ? (“Il sesso vende davvero?”) pubblicato su Springerlink, dimostrano come il ricorso al sesso non incentivi le vendite, anzi: produce effetti negativi dal punto di vista psicologico e si rivela una strategia di marketing inefficace.
ESORDI Nel 1871 la Pearl inserì tra le sigarette l’immagine di una donna nuda