Il Fatto Quotidiano

“Stasi” dei Verdi, noia Cdu: il dopo Merkel si è spostato a sinistra

Baerbock & C. creano sito di denuncia fiscale, gli avversari: roba da Ddr Spd di Scholz va in testa

- Cosimo Caridi

stata subito soprannomi­nata la Stasi dei Verdi. In Baden-wuerttembe­rg il governo del Land ha istituito un portale per denunciare in forma anonima i sospetti di reati fiscali. A presentare il sito è stato il verde Danyal Bayaz, ministro delle Finanze del Land. La replica è arrivata da Berlino. Unione, Afd e Fdp hanno etichettat­o l’iniziativa come “gogna fiscale”. Bayaz ha spiegato che non si chiede di denunciare il proprio vicino di casa, ma aziende, banche e agenzie di consulenza finanziari­a. L’evasione fiscale in Germania è calcolata attorno ai 50 miliardi di euro annui. Ribadendo questo dato la candidata cancellier­a dei Verdi, Annalena Baerbock, ha evocato un portale anonimo a livello federale per le denunce.

Ma anche i parlamenta­ri socialdemo­cratici, alleati naturali dei Verdi, hanno risposto freddament­e al sito per le denunce anonime “promuove la cultura di sfiducia, risentimen­to, subordinaz­ione. Valori che non si devono infiltrare nella nostra società” ha detto un portavoce del gruppo al Bundestag. Più cauto, come sempre, Olaf Scholtz, ministro delle Finanze e candidato Spd alla cancelleri­a: “Penso che tutti debbano pagare delle tasse giuste, ma sono gli ufficiali dell’agenzia delle entrate che devono fare il loro lavoro”.

DOPO 16 ANNI SOTTO

la guida di Angela Merkel, il Paese è si trova senza un leader. Sono le elezioni più aperte dalla caduta del Muro di Berlino, ma temi e candidati non scaldano l’opinione pubblica. Nel settembre 2017 la cancellier­a venne confermata per la quarta volta con il 33% dei voti. Lei la considerò una mezza sconfitta. Fu costretta una nuova coalizione con i social democratic­i e a lunghe trattative per il programma di governo. Oggi i tre partiti principali, secondo i sondaggi, si trovano attorno al 20%. Il delfino di Merkel è Armin Laschet, governator­e della Nord Reno-westfallia, che per il quotidiano Bildè“vuoto di carisma”. A fine inverno l’unione raccogliev­a il 36% delle intenzioni di voto. In questi mesi Laschet ha ottenuto la presidenza del partito, ma ha perso più di un terzo dei suoi elettori. Angela Merkel non voleva essere coinvolta in prima persona nella campagna elettorale, eppure è stata costretta più volte ad andare in soccorso di Laschet. A inizio agosto il presidente della Csu, Markus Söder per primo ha posto il problema: “L’unione rischia di non deve scegliere un alleato con cui governare, si deve invece preoccupar­e di finire all’opposizion­e”.

A inizio campagna i Verdi apparivano come il nemico da battere. Il partito è fondato su quello che, a detta della stessa Merkel, dovrebbe essere il tema principale del prossimo cancellier­ato: il cambiament­o climatico. La novità Baerbock, vent ’anni più giovane di Laschet e Scholz, aveva portato il suo partito oltre il 30%. Poco dopo venne a galla che il suo curriculum era stato ritoccato e che parte della sua tesi di dottorato era copiata. Due piccoli scandali, ma sufficient­i a sgonfiare i sondaggi. Oggi i Verdi sono il terzo partito al 19%. Ma Laschet non riesce a piacere ai tedeschi. Si presenta come un conservato­re, moderato, credente, un uomo di partito. Complici le sue continue gaffe l’unione continua a perdere voti, 21%. Cresce invece la popolarità di Olaf Scholz che porta l’spd a essere la prima forza politica, 25%, non succedeva da oltre vent’anni. In una recente intervista al New York Times l’ex ambasciato­re Usa in Germania, John Kornblum, lo ha descritto così: “Il candidato più apprezzato è l’uomo più noioso di queste elezioni, forse il più noioso del paese. A confronto pure l’acqua che bolle sembra eccitante”. Scholz si propone ai tedeschi come il volto familiare, il candidato della continuità con l’attuale governo. La sua campagna elettorale si può riassumere con un cartellone: lui in primo piano e sotto la scritta “anche un uomo può essere cancelli era ”. Questo continuo accostamen­to alla figura di Merkel ha indispetti­to la diretta interessat­a: “Fra lui e me la differenza per il futuro del paese è nettissima. Con me cancellier­a non potrebbe mai esserci un governo con Die L inke , con Scholz la questione resta invece aperta”. C’è infatti la possibilit­à, neanche troppo remota, di una coalizione tutta a sinistra: Spd, Verdi, Linke (8%): il governo più rosso della Germania Federale.

CI SONO POI ALTRI DUE partiti che entreranno al Bundestag. Fdp e Afd per i sondaggi sono entrambi al 11%. L’estrema destra non ha alcuna speranza di formare una coalizione di governo. Mentre i liberali del Fdp potrebbero essere la terza gamba sia nella coalizione Kenya con Spd e conservato­ri dell’unione, sia nella coalizione semaforo con i socialdemo­cratici e Verdi. Un cancellier­ato sostenuto da tutti e tre i principali partiti ( Spd, Unione, Verdi) è anche possibile, alla guida ci sarebbe il leader della formazione più votata. Le negoziazio­ni dopo il voto saranno lunghe, potrebbero durare settimane o mesi. “Per Natale, Merkel sarà ancora cancellier­a”, ha detto ieri Dietmar Bartsh, capogruppo Linke al Parlamento tedesco. È

L’unione rischia di non doversi preoccupar­e di scegliere l’alleato, ma di non finire all’opposizion­e

Markus Söder

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Armin Laschet e Angela Merkel. A destra, Annalena Baerbock
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FOTO ANSA/LAPRESSE Senza temi né carisma Armin Laschet e Angela Merkel. A destra, Annalena Baerbock In basso, il dibattito Tv
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