“Falce e martello per sconfiggere Putin nelle urne”
Il matematico che vuole cambiare la Russia e adesso sfida alle elezioni parlamentari gli uomini di Putin si chiama Michail Lobanov, candidato con il Kprf, partito comunista della Federazione russa. È un professore dell’mgu, università di Mosca, e dice di aver scelto una carriera fatta di numeri perché, sin da quando era bambino, amava i problemi difficili: “potevo rimanere seduto ore ed ore, ma non mi alzavo dal banco finché non li avevo risolti”. Fondatore del movimento “Solidarietà universitaria”, afferma che si è sempre occupato di politica, “se per politica intendiamo tutto ciò che può cambiare la società, per far nascere e sviluppare una vera cultura democratica nel Paese”. Mentre si muove tra le cabine elettorali dei distretti a sud e sud ovest di Mosca dove è candidato, l’accademico che non ha ancora compiuto 40 anni, riferisce al telefono di assistere a “inusuali eventi: la situazione ribolle, è evidente che stanno succedendo cose strane con le schede. Queste falsificazioni e manipolazioni del voto però ce le aspettavamo e io e la mia squadra tentiamo di tenere sotto controllo le cose nei punti più critici”.
Professor Lobanov, la squadra di Navalny ha inserito il suo nome per il “voto intelligente”, la preferenza da destinare a candidati che possono davvero battere quelli vicini a Putin, un elenco però adesso bloccato dalla censura del Cremlino.
La strategia del “voto intelligente” si basa su un principio solo: valutare il candidato già più favorito degli altri, per sostenere ulteriormente la squadra politica più forte.
“L ott a”, “pover tà” e “ricchezza” sono alcune delle parole che ha pronunciato più spesso in campagna elettorale, chiosando che oggi i russi si sentono dei “paria”.
Noi lottiamo per abbattere la disuguaglianza sociale, la prima problematica che affligge il Paese oggi: c’è un’enorme massa di persone, la maggioranza della popolazione, che non sa come arrivare a fine mese. In Russia, più che in altri Paesi, il potere si trova solo “in alto” ed è gestito da un manipolo di oligarchi, propagandisti, cinov
n ik i , impiegati del governo, tutti legati tra loro, un pugno di ricchissimi che decide il destino triste di tutti. È un potere che però lei afferma di poter raggiungere e bucare: è diventato così la nuova stella del Kprf, partito comunista della Federazione russa, pur non facendone parte.
Non sono un membro, né esiste un partito in Russia oggi di cui vorrei la tessera, ma le condizioni giuste si sono create per partecipare alle elezioni sotto questo simbolo.
Falce e martello sono immagini del passato, specialmente in Russia.
Il Kprf deve diventare più di sinistra, più democratico e soprattutto più radicale. Io non sono fedele ai diktat della leadership di questo partito e anzi la critico. So che non viene riconosciuto dalla popolazione come un vero partito d’opposizione, ma alle elezioni i russi si approcciano a ogni candidato singolarmente, non solo per il gruppo che rappresenta.
Il partito di Putin, Russia Unita, si trova al suo minimo storico, con meno del 30% dei consensi.
Le ragioni del collasso sono principalmente due: le ultime repressioni politiche a cui abbiamo assistito, ma soprattutto la terribile situazione economica in cui versa il Paese.
Lei è rimasto anche uno dei pochi dissidenti a non essere finito in galera.
So che questo rischio esiste ancora, ma sono pronto a correrlo. Capisco che seguire i propri ideali qui è pericoloso e puoi essere perseguitato con ogni metodo, ma rimango tra questi distretti di Mosca.
Cosa può essere invece davvero dannoso per il Cremlino adesso?
La solidarietà tra persone che consolidano i loro interessi comuni per azioni collettive. I russi si sono messi in fila oggi alle urne nonostante la rassegnazione: sono soprattutto i più anziani e i più giovani.
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In Russia soldi e potere per pochi, mentre molti non arrivano a fine mese