Il tribunale boccia Gkn. Ma la legge antifughe è ferma
Accolto il ricorso della Fiom-cgil per comportamento antisindacale. Ma la multinazionale va avanti: “Impugniamo la sentenza”
I422 lavoratori della Gkn di Campi Bisenzio sono riusciti nell’impresa: il tribunale del Lavoro di Firenze ha fermato il licenziamento collettivo avviato lo scorso 9 luglio dall’azienda che aveva messo alla porta i dipendenti inviando loro una mail e tenendo i sindacati all’oscuro della riorganizzazione aziendale in atto. Nel decreto che dispone la revoca dei licenziamenti si fa riferimento proprio al comportamento antisindacale adottato dalla multinazionale ai sensi dell ’articolo 28 dello Statuto dei lavoratori. Gkn, insomma, era tenuta a informare il sindacato sul nuovo quadro economico. Ma l’8 giugno, scrive il giudice Anita Maria Brigida Davia, l’azienda ha comunicato solo l’ipotesi di 29 esuberi e non ha mai detto che la chiusura della fabbrica era all’ordine del giorno del Cda dell’8 luglio. Per il giudice è quindi “configurabile un’evidente violazione dei diritti del sindacato, messo davanti al fatto compiuto e privato della facoltà di inter venire”, come la segretaria generale Fiom- Cgil, Francesca Re David, ha denunciato presentando il ricorso.
SONO LE 10 di ieri mattina quando arriva la notizia dello stop al licenziamento collettivo. Fuori dallo stabilimento di Campi Bisenzio esplode un boato di commozione e gioia tra i lavoratori della Gkn che da 74 giorni sono in presidio permanente, mentre organizzano sit- in e manifestazioni. Non hanno mai abbandonato la fabbrica costruita dalla Fiat e poi acquistata nel 2018 dal fondo di investimenti britannico Melrose che ha continuato a vendere semiassi per l’80% a Stellantis (prima Fca) e per il resto alle altre case automobilistiche europee. Insomma, una grande vittoria dei lavoratori e del sindacato arrivata a 48 ore dalla data che avrebbe sancito la fine della procedura di licenziamento. Ma, nonostante la revoca, Gkn non recede dal proposito di cessare l’attività a Campi Bisenzio, come è emerso ieri pomeriggio durante l’ennesimo tavolo del ministero dello Sviluppo economico: l’azienda ha sì annunciato la convocazione di Rsu e sindacati per dare corso alle procedure di consultazione già da oggi, ma ha anche annunciato di aver dato mandato ai propri legali di impugnare la sentenza.
Così la battaglia dei 422 lavoratori Gkn è già ripresa. “Sono un fondo finanziario, speculativo. Fanno profitti, non hanno interesse ad altro. Nonostante la sentenza non torneranno indietro con i licenziamenti”, spiega Dario Salvetti, delegato Rsu Fiom-cgil e leader del Collettivo di Fabbrica. La società ha giustificato la procedura di licenziamento collettivo con il trend irreversibile negativo dei fatturati causato dalla crisi pandemica e una struttura organizzativa non più sostenibile”. Ma i dati non sono mai stati comunicati e l’accusa dei sindacati è stata sempre chiara: la delocalizzazione selvaggia, senza neanche mai attivare la richiesta di cassa integrazione per cessazione. Dal 9 luglio gli operai Gkn non hanno mai smesso di lottare, incontrando in giro per l’italia gli altri lavoratori ex Embraco, Whirlpool, i cassaintegrati e quelli che rischiano di perdere il lavoro anche da dopo lo sblocco dei licenziamenti, cominciato il 1 luglio. Sabato sono riusciti a far sfilare per le vie di Firenze 20 mila persone non solo per la Gkn, ma per la riforma delle regole sul lavoro tenendo alzato un grande striscione con la scritta “Insorgiamo”.
Per il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, la sentenza dimostra che
L’APPELLO
I LAVORATORI: “INTERVENGA IL GOVERNO CON NORME ALL’ALTEZZA”
“in Italia le regole ci sono, che non è un Far West”. Mentre il segretario dem Enrico Letta ha scritto su Twitter che aveva ragione ad accusare Gkn di aver violato ogni regola. “Ma il Pd cosa ha fatto?”, si chiede il leader del Collettivo di Fabbrica Salvetti. “Le castagne dal fuoco le ha tolte un giudice che coraggiosamente ha accolto le richieste di una lotta operaia e non quelle di un partito”, spiega il leader del Collettivo di Fabbrica. Gli operai di Gkn tornano a chiedere al governo di approvare un vero decreto anti-delocalizzazioni. “Abbiamo ottenuto lo stop ai licenziamenti grazie allo Statuto dei Lavoratori. Non dimentichiamo che quando è stato voluto con il Jobs act, l’articolo 18 fu tolto con decretazione d’urgenza in 24 ore. Vediamo se il governo ha la stessa celerità per una decretazione d’urgenza che questa volta il lavoro può salvarlo”, sottolinea Daniele Calosi, segretario della Fiom- Cgil Firenze e Prato. Il sindacato ha fatto tutto quello che poteva e ha vinto. Ora tocca alla politica.