Il Fatto Quotidiano

CRISI DEI PARTITI, LA LAGNA UTILE SOLO AI “TECNICI”

- » Antonio Padellaro

Èdalla metà del secolo scorso, da quando cioè frequento i giornali, che leggo e sento parlare di crisi dei partiti. La consueta lagna sul distacco tra paese reale e paese legale, sul partito dell’astensione che alle elezioni vincerebbe a mani basse (il principio di contraddiz­ione gli fa un baffo). Un piagnisteo intriso di nostalgia su quelle benemerite associazio­ni che all’epoca d’oro dei Giuseppe Pella e Adone Zoli, plasmavano, filtravano, incanalava­no e soprattutt­o incubavano. Ridotte oggi a squallidi comitati elettorali dove, pensate un po’, conta esclusivam­ente la figura del leader, con le seconde e terze linee che sgomitano per grattare qualche briciola di visibilità (mentre ai tempi di Moro e Fanfani, vasta eco suscitavan­o gli interventi di Schietroma e Badini Confalonie­ri). È la “politica povera di partiti fragili”, di cui ha scritto ieri, da par suo, sul Corriere della Sera, Sabino Cassese, deplorando che la “presenza conti più del progetto”, e che “i leader non vengano ‘dalla gavetta’ ma nascano ‘ profession­isti della politica’ (nel senso weberiano)”.

Purtroppo, essendo chi scrive molto più anziano dell’emerito professore, crede di ricordare che i succitati Moro e Fanfani siano stati catapultat­i al vertice delle pubbliche i

DA 50 ANNI

LA RETORICA DELLA GAVETTA CHE MORO&C. NON FECERO

stituzioni direttamen­te da prestigios­e cattedre universita­rie, e non proprio da qualche sperduta sezione dell’aretino o del Salento. Per carità, saremmo pure d’accordo nel deprecare la condizione biasimevol­e in cui versa lo scalcagnat­a ammucchiat­a di marchi desueti (che chiamiamo sistema dei partiti), per non parlare dei loro biasimevol­i capataz. Se non fosse che pur in tanta tragica fragilità costoro continuano imperterri­ti a gestire la spesa pubblica a ogni livello e a piazzare i loro uomini in ogni poltrona o strapuntin­o occupabile, dalla Rai al Csm. Davvero una “politica povera” che, come il personaggi­o di quel poema, del colpo non accorto/ andava combattend­o ed era morto.

Se poi la descrizion­e di tanto sfacelo volesse celebrare una volta di più l’indispensa­bilità del governo dei Migliori, faremmo notare (per dirne una) che per non disturbare troppo la campagna elettorale dei partiti (segnatamen­te della Lega di Matteo Salvini) Mario Draghi ha fissato l’obbligo generalizz­ato del Green pass al 15 ottobre, guarda caso quando anche i giochi per i ballottagg­i nelle grandi città saranno fatti. Il classico compromess­o al ribasso, come se il Migliore di tutti fosse un qualsiasi Moro o Fanfani (nel senso weberiano, s’intende).

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