Il Fatto Quotidiano

“Qui a Napoli Letta e Conte aiutano, ma è anche merito mio”

- » Antonello Caporale

Fuggo dai dibattiti con i candidati? Io mi confronto con la città. Entro dicembre devono darci un miliardo

Ci vuole il fisico per fare la campagna elettorale.

Il timore è che fossi troppo mingherlin­o per Napoli? Gaetano Manfredi era accademico e per giunta mingherlin­o.

Anch’io avevo le mie preoccupaz­ioni. Poi però la campagna elettorale mi è piaciuta e ogni giorno che passa mi piace di più. È in testa ai sondaggi, è quasi sindaco.

Il contatto galvanizza, conosci la città più di quanto immagini e sai che la gente non ti chiede miracoli, non vuole l’imbonitore o il fantuttone. Sa che Napoli è

‘‘ complicata e governarla è difficile. Lei è galvanizza­to perché gioca quasi a porta vuota.

Non mi permettere­i mai di pensarlo. Sono felice perché sto conducendo la campagna elettorale che desideravo, ed essa sta dando i frutti che speravo. È così forte da rifiutare qualsiasi confronto con gli altri candidati. Non è bello e secondo me non è giusto.

Il no. confronto Quei dibattiti lo vivo invece ogni gior- sono presenze si costruiti. costruite con discorChi l’ha consigliat­a di rifiutare i dibattiti?

Non sono il tipo da lasciare ad altri le decisioni da prendere. Però fa strano uguale che Manfredi fugga.

Fuggo? Questa è bella. Vado ovunque in città, mi confronto con chiunque, altro che fuga. Aspetti.

Mi lasci finire: sono accademico ma amo la concretezz­a, sono laureato in ingegneria. Da rettore della Federico II e da ministro credo di aver fatto, non cianciato. Napoli ha un buco di 4 miliardi.

Nella prossima finanziari­a il governo deve liberarci almeno di parte di questo peso. È impossibil­e da reggere. Come si amministra una città senza poter spendere un euro? Quanto le hanno promesso?

Secondo l’intesa raggiunta, almeno un miliardo per dicembre. È davvero indispensa­bile per farci respirare un po’. Lei va d’amore e d’accordo con i Cinquestel­le?

Io sì. Li vedo coinvolti, mi stanno aiutando. Come del resto il Pd e l’ampia coalizione. A Roma e Torino ognun per sé.

Ma Napoli dice che Pd e Cinquestel­le affondano radici in un comune sentire. Il centrosini­stra di domani nasce sotto al Vesuvio. Lei così schivo, nelle foto sembra quasi sopraffatt­o da una estensione spesso vigorosa dell’affetto.

Mi piace l’estensione. E pensare che non voleva candidarsi.

Non amo fare la testa di legno. Per governare questa città servono risorse e capitale umano. Sono condizioni imprescind­ibili. Hanno voluto me? Ora sgancino i soldi.

Lo devono a Napoli che ha un piano di rientro finanziari­o immaginato ai tempi di un rigore ossessivo oggi insostenib­ile. Il Covid ha aggravato ciò che era già grave. Il centrodest­ra è squinterna­to e azzoppato. La Lega non è riuscita a presentare la lista.

Questo è un fatto politicame­nte rilevante. Mentre lei, a differenza di altri suoi colleghi, ha Pd e Cinquestel­le che vanno d’amore e d’accordo. È anche un po’ m eri to mio. E sia Enrico che Giuseppe mi hanno dato una grande mano. Letta e Conte.

Disponibil­i, presenti, amichevoli. Il suo sfidante sembra invece più solo.

In Italia il centrodest­ra è più debole di quanto appaia e noi più forti di quanto si creda. Comunque Manfredi va a palazzo San Giacomo solo dietro il corrispett­ivo di un miliardo, prima rata dell’ingaggio.

Serve a Napoli quel miliardo. Ed è una necessità vera. Non è che alla fine a Roma fanno orecchie da mercanti?

È scritto nero su bianco. Cambiale firmata.

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