Loggia Ungheria: su Amara trovati i primi “riscontri”
Una perquisizione. Un nuovo deposito di documenti. E i primi riscontri ad alcune dichiarazioni di Piero Amara. Le indagini sulla presunta loggia Ungheria, svelata dall’ex legale esterno dell’eni Piero Amara, proseguono a Perugia e, per alcune vicende, anche a Potenza e Firenze.
Nei giorni scorsi è stato perquisito il coindagato di Amara (per violazione della legge Anselmi sulle associazioni segrete) Giuseppe Calafiore. La perquisizione di Calafiore disposta dalla Procura di Perugia era mirata: gli investigatori della Guardia di Finanza cercavano alcune registrazioni delle quali Amara aveva più volte parlato anche in tv. Registrazioni in possesso di Calafiore che però finora non aveva mai depositate. La perquisizione non è andata a buon fine, poiché le registrazioni in questione non sono state trovate, ma Calafiore – assistito dall’avvocato Alberto Gullino del foro di Messina – ha deciso di portarle personalmente in procura. Al Fattorisulta che siano almeno tre e che, in qualche modo, stiano riscontrando alcune dichiarazioni di Amara il quale, nel frattempo, sta scontando in carcere la sua condanna per corruzione.
IL DATO È IMPORTANTE e non soltanto perché anche le registrazioni consentono – s oprattutto alle Procure di Perugia e Potenza, guidate rispettivamente da Raffaele Cantone e Francesco Curcio – di continuare a distinguere, nel fluviale racconto di Amara, il vero dal falso. Il punto è che il lavoro investigativo sta portando gli inquirenti verso una direzione: nelle dichiarazioni di Amara, a quanto pare, del vero c’è. E sono previsti ulteriori interrogatori, disposti da tutte le Procure che si occupano di lui, inclusa quella di Milano, nei quali Amara (assistito dall’avvocato Salvino Mondello) dovrà ulteriormente precisare e dettagliare le dichiarazioni legate alla loggia Ungheria e che nei giorni scorsi avete letto in esclusiva sul Fatto Quotidiano.
Non è stata ancora depositata però la lista dei presunti affiliati che, secondo Amara, Calafiore avrebbe conservato all’estero. Non è proprio una lista, peraltro, ma la fotografia di un elenco ripresa a insaputa del suo proprietario e anche incompleta.
Resta il fatto che, come abbiamo spiegato negli articoli precedenti, in alcuni casi Amara è stato già smentito. Le sue dichiarazioni hanno per esempio determinato un fascicolo per corruzione, nei riguardi del magistrato Marco Mancinetti, terminato con l’archiviazione di quest’ultimo e l’invio degli atti alla Procura di Milano per valutare l’ipotesi di calunnia nei confronti di Amara e dello stesso Calafiore che, anche in questo caso, aveva depositato una registrazione a supporto delle dichiarazioni dell’ex legale esterno Eni. Le registrazioni, questa volta, avrebbero invece fornito qualche riscontro in più. Le Procure impegnate nelle indagini sembrano quindi vicine a confermare la veridicità di alcune vicende raccontate da Amara. Poche, ma comunque inquietanti.