Lampedusa è un’isola senza più giornali
Igiornali che non arrivano più a Lampedusa, il nostro piccolo continente nero, l’isola salvagente dell’ Africa disperata, segnala inarrestabile corsa all’ indietro dell’italia interna, minore, o – come in questo caso – della terra di frontiera. Il distributore non manda più giornali all’unica edicola ancora resistente perché il volo dedicato è stato soppresso.
La connessione a Internet ha subìto nelle scorse settimane un black-out di 15 giorni per via dei problemi al cavo sottomarino. Lampedusa è quasi al buio perché la Regione Siciliana, secondo quanto riferisce il sindaco Martello, non concede il nullaosta ai lavori di costruzione della rete e sebbene i fondi non manchino (26 milioni di euro stanziati nel 2011, venti milioni nel 2013) anche il depuratore non esiste, come pure l’ammodernamento del centro meccanizzato di raccolta dei rifiuti.
SEMBRA, ANZI È, una procedura di retrocessione dell’isola che più di ogni altri in Europa ha fronteggiato, subìto, sostenuto il più straordinario e imponente processo di migrazione. La geografia, che la colloca in faccia alla Libia, davanti alle coste nordafricane, legata da un soffio di mare al continente umano che fugge verso nord, stabilisce quindi che l’onere della civiltà non sia più compatibile con gli interessi dell’economia nazionale.
I giornali di carta hanno perso appeal e certo Lampedusa è l’ultima delle postazioni svuotate, liberate dall’idea che anche quella piccola comunità possa decidere come informarsi se è certo, come del resto lo è, che non tutti i suoi abitanti possiedono tablet e connessione, che esiste un diritto costituzionale all’informazione e che i giornali di carta, oramai residuato del Novecento, continuano a essere per tanti, soprattutto per coloro che hanno più anni, uno strumento indispensabile, un amico decisivo, un bisogno quotidiano.
Ma agli editori, dentro una crisi profonda e a quanto pare irreversibile, il microscopico mercato lampedusano non può interessare. E non interessa al distributore che dovrebbe sopportare costi alti per poche copie. Uguale per Internet, uguale per tutto.
Lampedusa esiste solo quando l’italia è in difficoltà, esiste solo perché sistemata in mare non infastidisce i connazionali quando la riserva della disperazione si abbatte e viene stipata nel suo famigerato hotspot.
LONTANO dagli occhi, lontano dal cuore. I soldi che prima il governo Berlusconi e poi quello di Enrico Letta stanziarono, ed erano appunto destinati a opere di prima necessità, fognature, illuminazione, depurazione, restano fermi in banca. “Non abbiamo ancora la possibilità di spendere”, ripete il sindaco. Berlusconi decise di acquistare una villa come operazione sentimentale, lui abituato a dare alle magioni di lusso il senso della vita. Un atto di amicizia compassionevole, diciamo.
Lampedusa serve all’italia solo quando l’italia ne ha bisogno. Poi, com’è il caso piccolo ma emblematico dei giornali che neanche più sono distribuiti, si stacca la spina, si recede dal contratto di solidarietà, dal minimo senso della coabitazione. È un destino comune a tanti piccoli centri dell’italia interna, quella che Manlio Rossi Doria chiamava l’osso distinguendolo dalla polpa, la fascia costiera, quella ricca e urbanizzata.
MA LAMPEDUSA,
a differenza dei piccoli borghi che sopravvivono sul crinale dell’appennino, ha il mare che la separa da tutti noi, anzi la costringe all ’ isolamento, alla retrocessione a comunità di frontiera dove si arriva se non c’è mare grosso, si va in ospedale se le onde non sono alte. Altrimenti si aspetta.
Le uniche amiche di L ampedusa che negli anni resistono sono le tartarughe che anche nelle scorse settimane hanno proceduto a una grande schiusa sulla meravigliosa Spiaggia dei Conigli. E c’è da dire però, e per fortuna, che questa estate l’isola ha vissuto l’effervescente presenza di turisti finalmente numerosi, e fin quando ci sono stati loro le cose, per le tasche dei residenti, sono andate meglio.
Poi settembre, l’autunno alle porte. E quindi: bye bye Lampedusa.
AL BUIO
ABBANDONATI: INTERNET K.O. PER 15 GIORNI, LUCE IDEM