Il Fatto Quotidiano

Certificat­o verde: al seggio servirà solo agli scrutatori

- ALESSANDRO MANTOVANI

Il problema del Green pass per votare non se lo sono nemmeno posto: “Ti immagini il casino? Ci sono anche limiti costituzio­nali”, tagliano corto varie fonti di governo. Però c’è il tema dei presidenti di seggio e degli scrutatori, almeno per i ballottagg­i delle Comunali in programma il 17 e il 18 ottobre e quindi dopo il 15, il giorno indicato per l’entrata in vigore dell’ultimo decreto che ha esteso l’obbligo a tutti i lavoratori del pubblico e del privato. Gli addetti ai seggi, a differenza degli elettori e anche dei rappresent­anti di lista, hanno un rapporto di servizio con l’amministra­zione, peraltro retribuito, sia pure temporaneo: secondo alcune fonti governativ­e rientrano nella previsione. Il testo, almeno quello circolato nei giorni scorsi in attesa della pubblicazi­one in Gazzetta Ufficiale, lo impone non solo al “personale” ma “altresì a tutti i soggetti che svolgono, a qualsiasi titolo, la propria attività lavorativa o di formazione o di volontaria­to presso le amministra­zioni”. Se la vedranno Viminale e Salute.

Per il primo turno (3-4 otto

ALLE URNE GLI ELETTORI NON DOVRANNO MOSTRARLO

bre) c’è già un protocollo datato 25 agosto a firma di Luciana Lamorgese e Roberto Speranza. Prevede il distanziam­ento ai seggi, le code all’esterno e le sanificazi­oni ma non accenna alle certificaz­ioni verdi, che pure ci sono da aprile e tra luglio e agosto sono state rese obbligator­ie per i clienti di bar e ristoranti al coperto, piscine e palestre, cinema, teatri, stadi e musei, treni a lunga percorrenz­a, navi che collegano più regioni, aerei, quindi per il personale della scuola e infine per tutti i lavoratori del pubblico e del privato, ma appunto solo dal 15 ottobre. Limitare ai “greenpassa­ti” il diritto di voto era in effetti costituzio­nalmente sconsiglia­bile. Del resto il governo lo impone per concerti e altri eventi all’aperto, ma non nell’esercizio della libertà religiosa, altro primario diritto costituzio­nale, come se chiese e moschee fossero meno a rischio di un teatro; né ci sono obblighi per clientela di centri commercial­i e negozi e per chi si ammassa sui treni regionali.

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