Il Fatto Quotidiano

Anche Prodi tifa per l’asse coi 5S: “L’ho detto a Enrico Letta”

- WANDA MARRA

“Se non con il M5S, con chi si federa il Pd?”. È un Romano Prodi scoppietta­nte durante la presentazi­one del libro scritto con Marco Ascione, Strana vita la mia (edizioni Solferino), quello che dà la benedizion­e al progetto di Enrico Letta. Che prevede il rafforzame­nto (anche detto superament­o e/o scioglimen­to) del Pd attraverso le Agorà e una sorta di Ulivo 2.0, alleato con i Cinque Stelle. Lo dice in chiaro a suo modo il segretario del Pd: “Sono pronto a modificare i punti cardinali della bussola, sapendo che la ripartenza sarà fuori dai punti cardinali che conosciamo e sono pronto a guidare questi processi”. D’altra parte racconta di una telefonata prima di accettare la sfida della leadership dei dem con il Professore, nella quale aveva di fatto già avuto il via libera all’alleanza con M5S. L’ennesimo bullone alla coalizione gialloross­a, in una giornata in cui anche Giuseppe Conte dice che “al di là delle Amministra­tive, il dialogo con il Pd va avanti”.

L a p r es e n t az i o n e di ieri è un evento. Prodi assicura che non c’è stata alcuna “bacche ttata” a Letta sul lavoro negli studi di Lucia Annunziata. Ma è il protagonis­ta, anzi il mattatore dell’incontro. Occupa tutta la scena e si prende la briga di incoronare quello che chiama sempre e solo “Enrico” come una sorta di figlio piccolo. Così come riconosce una continuità tra i comitati che diedero vita al suo Ulivo con le Agorà. In prima fila ci sono la moglie, Flavia e la deputata vicina da sempre, Sandra Zampa. Nel pubblico si intravede Paola Severino. Si toglie qualche sassolino dalla scarpa, Prodi, quando dice che i famosi 101 furono di più, forse 120. Che adesso “hanno figli e nipoti”. Non ha dimenticat­o e non ha perdonato. Così ribadisce che no, non punta al Quirinale. Come ha detto negli scorsi giorni, anche per questioni di età. Una frecciatin­a a Sergio Mattarella: lui di anni ne ha 80, il Prof 82. Un modo per mettere i bastoni tra le ruote a tutti. Non a caso nelle sue parole si intravede una critica per niente velata a Joe Biden, soprattutt­o per l’approccio degli Usa alla Cina. E mentre definisce il proprio un “atlantismo adulto”, si sente invece una critica di sottofondo amario Draghi. Che è un atlantista oltranzist­a. Non risparmia nessuno, il Professore.

QUIRINALE

LE CRITICHE A MATTARELLA PER L’IPOTESI DEL BIS

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