Comunali Sicilia: tornano Totò e i suoi compari
Alleanze In campo ci sono i giallorosa, ma anche il solito Cuffaro che fa risorgere la Dc
L’alleanza giallorosa da una parte e le molte intese trasversali dall’altra. Il centrodestra apparentemente spaccato, e il ritorno di alcune vecchi glorie, con la presenza del gattopardo per eccellenza: l’ex governatore Totò Cuffaro e la sua Democrazia cristiana. È la Sicilia che torna al voto, in due diversi round: il 10 e il 24 ottobre. Alle urne andranno oltre 500 mila siciliani che voteranno in 46 su 391 comuni (11,7%). Sarà soprattutto il banco di prova dell’alleanza nazionale giallo-rossa, che servirà per valutare l ’asse
Pd- M5S nell’is ol a, portata avanti dal segretario regionale Anthony Barbagallo e dal sottosegretario pentastellato Giancarlo Cancelleri. L’unione è riuscita però in soli 5 comuni ( Adrano, Caltagirone, Lentini, San Cataldo e Fava ra), e in alcuni casi c’è stato il supporto del partito di Claudio Fava. Ma in diverse città il M5S andrà da solo, mentre il Pd viaggerà insieme all’udc, ricevendo anche il sostegno da Forza Italia.
SULLA CARTA, appare disunito e frammentato il centrodestra. In molti comuni regge l'alleanza Lega e Forza Italia, che si troveranno dall'altra parte il duo Fratelli D’IT alia- Diventerà Bellissima, partito del governatore Nello Musumeci. Una divisione dettata almeno al primo turno, probabile che in caso di ballottaggio il centrodestra torni a serrare le fila e ricompattarsi. Sarà interessante capire quanti voti riusciranno a portare al Carroccio siculo i nuovi acquisti, a partire dall’ex renziano e deputato regionale Luca Sammartino.
E se molti partiti hanno preferito nascondersi dietro liste civiche, torna in grande spolvero lo scudo crociato targato Salvatore Cuffaro. Totò “Vasa Vasa”, dopo aver scontato 7 anni di carcere per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra e rivelazione di segreto istruttorio nel processo “talpe alla Dda”, e con la promessa che si sarebbe ritirato dalla politica per dedicarsi alla medicina e alle missioni in Africa, ha rifondato la Dc Sicilia. La Balena bianca si presenta in quattro comuni al fianco di Forza Italia, vecchio alleato di un tempo.
E SE PARLIAMO di vecchie glorie ed evergreen , non possiamo non citare il 78enne Nino Di Guardo, candidato sindaco a Misterbianco (Catania) dove ha già ricoperto la carica già 5 volte, tra il 1988 e il 2017, con una parentesi di due legislature alla regione. Proprio nel 2017, la sua amministrazione è stata sciolta per mafia, ma il tribunale civile di Catania ha dichiarato “insussistenti i presupposti per la declaratoria di incandidabilità”.
Ai piedi dell’etna il centrodestra riabbraccia altre due vecchie glorie. Fabio Mancuso ad Adrano, 3 volte deputato regionale e 2 volte sindaco (2000-2008), finito in arresto nel 2011 con l’accusa di finanziamento illecito ai partiti e condannato in via definitiva nel 2013 a otto mesi di reclusione e 2.500 euro di multa (pena sospesa).
E il 73enne Pippo Limoli a Ramacca, sfiduciato appena due anni fa dal consiglio comunale (poi commissariato) quando era sindaco. Vanta due legislature all’assemblea regionale e due da sindaco (1998 e 2003). Infine ci sono anche i casi di Vincenzo Combo a Ca ni c attì ( Agrigento) e Giuseppe Montesano a Vallelunga Platameno (Caltanissetta), entrambi sindaci per ben due volte dei rispettivi comuni. Vallelunga venne sciolto per mafia nel 2009 proprio quando c’era Montesano, decisione poi annullata dal Tar.
Riavranno un sindaco anche quei 10 comuni sciolti per infiltrazioni mafiose, mentre sarà la prima volta nella storia di Misiliscemi , comune di circa 8 mila abitanti istituito lo scorso febbraio 2021, dopo che otto frazioni si sono scisse da Trapani. Saranno 15 invece le candidate sindache che proveranno a ottenere la fascia tricolore, a Lentini (Siracusa) saranno tre sui sei totali.