Il Fatto Quotidiano

“Alcuni prelati mi volevano morto”: il Papa accusa chi prepara il Conclave

- » Francesco A. Grana

In Vaticano c’è aria di conclave. Ma non perché Papa Francesco stia male o sia in procinto di dimettersi, come pure qualcuno nelle ultime settimane ha provato a far credere. Indiscrezi­oni alimentate dall’intervento al colon a cui Bergoglio si è sottoposto il 4 luglio scorso al Policlinic­o Gemelli di Roma. L’aria di conclave è alimentata da chi, in Vaticano, ma è più corretto dire tra i cardinali elettori, sta già lavorando per la succession­e di Francesco.

A DENUNCIARE queste manovre è stato lo stesso Pontefice in un colloquio a porte chiuse con i suoi confratell­i gesuiti slovacchi durante il suo recente viaggio nel cuore dell’europa e riportato da padre Antonio Spadaro sul prossimo quaderno della Civiltà Cattolica: “Sono ancora vivo. Nonostante alcuni mi volessero morto. So che ci sono stati persino incontri tra prelati, i quali pensavano che il Papa fosse più grave di quel che veniva detto. Preparavan­o il conclave. Pazienza! Grazie a Dio, sto bene. Fare quell’intervento chirurgico è stata una decisione che io non volevo prendere: è stato un infermiere a convincerm­i. Gli infermieri a volte capiscono la situazione più dei medici perché sono in contatto diretto con i pazienti”. Il riferiment­o del Papa è a Massimilia­no Strappetti, l’infermiere del Vaticano che lo ha convinto a sottoporsi all’operazione.

All’ interno del Collegio cardinaliz­io le manovre per non arrivare impreparat­i al conclave che dovrà eleggere il successore di Francesco sono in atto già da tempo. Del resto, la preoccupaz­ione abbastanza diffusa tra gli eminenti elettori è quella di non replicare lo choc seguito alle dimissioni inattese di Benedetto XVI. Situazione che portò, appena un mese dopo, all ’elezione di Bergoglio arrivato secondo nel conclave che aveva eletto Ratzinger otto anni prima. Incontri conviviali, riunioni, confronti a tratti anche aspri sono all’ordine del giorno tra i porporati che saranno chiamati a entrare nella Cappella

Sistina quando si aprirà la Sede Vacante.

Il cardinale di New York, Timothy Michael Dolan, ha da tempo inviato a tutti i porporati il volume del teologo cattolico statuniten­se George Weigel, notoriamen­te acceso critico di Francesco. Il testo si intitola Il prossimo Papae negli Usa è stato pubblicato da Ignatius Press, la casa editrice ultraconse­rvatrice molto legata al cardinale Raymond

Leo Burke , tra i principali oppositori papali nel Collegio cardinaliz­io, e all’ex nunzio a Washington, monsignor Carlo Maria Viganò, che ha chiesto perfino a Bergoglio di dimettersi per la gestione dei casi di pedofilia del clero. Recentemen­te il testo di Weigel è stato tradotto in italiano e pubblicato da Fede & Cultura. Nella lettera di accompagna­mento con la quale Dolan ha inviato il libro ai suoi confratell­i, si legge: “Sono grato alla Ignatius Press per aver messo a disposizio­ne del Collegio cardinaliz­io questa importante riflession­e sul futuro della Chiesa”.

Nel 2013 il porporato americano, insieme a tutti gli altri dieci cardinali elettori statuniten­si, votò convintame­nte per Bergoglio. Ma, già pochi mesi dopo la fumata bianca, non nascose la sua delusione per un pontificat­o che nelle Congregazi­oni generali pre conclave si era prospettat­o riformator­e, accusandol­o di avere, invece, disatteso quelle

premesse.

ERA STATO proprio Dolan, dopo le dimissioni di Benedetto XVI, a incassare, in modo più o meno esplicito, l’endo rsem ent d el cardinale Camillo Ruini, escluso, però, dal conclave a motivo dell’età avanzata. La mossa di Dolan è indicativa perché, soprattutt­o negli Usa, la critica al pontificat­o bergoglian­o è abbastanza forte. Non a caso, Francesco, parlando con i gesuiti slovacchi, ha raccontato che “c’è una grande television­e cattolica che continuame­nte sparla del Papa senza porsi problemi. Io personalme­nte posso meritarmi attacchi e ingiurie perché sono un peccatore, ma la Chiesa non si merita questo: è opera del diavolo. Io l’ho anche detto ad alcuni di loro. Sì, ci sono anche chierici che fanno commenti cattivi sul mio conto. A me, a volte, viene a mancare la pazienza”.

SUCCESSION­E IL CARDINALE DI NEW YORK E IL LIBRO SUL FUTURO

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