Il Fatto Quotidiano

Frustate “democratic­he”: Biden respinge i migranti

LA FRONTIERA Al confine tra Texas e Messico l’arrivo di 15 mila illegali scatena la polizia a cavallo. La Casa Bianca ordina l’inchiesta, ma è l’ennesimo imbarazzo per Sleepy Joe

- » Giampiero Gramaglia

L’avesse fatto la polizia di frontiera a cavallo di Donald Trump, le grida di scandalo sarebbero state altissime. Anche perché il magnate presidente avrebbe probabilme­nte elogiato i suoi agenti. Invece, l’ha fatto la polizia a cavallo del Texas – ‘ trumpiana’ a prescinder­e – ora che presidente è Joe Biden: il coro di condanna c’è, la Casa Bianca ha preso le distanze. “Orribile”, dice la portavoce Jen Psaki. A poche ore del debutto di Biden all’assemblea generale delle Nazioni Unite, un video che mostra agenti della polizia di frontiera a cavallo usare le redini come frusta contro migranti, in gran parte haitiani, che cercano di entrare negli Usa dal Messico traversand­o il Rio Grande suscita rabbia e indignazio­ne.

“USATE LE VOSTRE DONNE per passare? Ecco perché il vostro Paese è una merda”, urla un agente, che, con il suo cavallo, quasi travolge un uomo sulla riva del fiume, mentre intorno è un fuggi fuggi. Lungo la frontiera tra Stati Uniti e Messico, il recente arrivo di quasi 15 mila persone ha innescato una nuova crisi umanitaria. A New York, Biden assicura: “La terremo sotto controllo”. Ma, finora, la sua Amministra­zione non ha affrontato in modo convincent­e la questione migranti, tra sentenze della magistratu­ra che hanno cancellato alcuni suoi provvedime­nti e ripristina­to i decreti di Trump, mentre la pressione dei richiedent­i asilo alla frontiera è molto cresciuta. Biden deve camminare sul filo tra rispetto dei diritti umani e controllo degli ingressi negli Usa, osservanza degli impegni elettorali e attenzione all’opinione pubblica. Sul video, la Psaki è drastica: “Ho visto alcune immagini, non ho il contesto completo, ma non so immaginare quale contesto le renderebbe appropriat­e”. Il caso è imbarazzan­te per tutta l’amministra­zione e specie per Alejandro Mayorkas: il ministro dell’interno, il primo ispanico in quel ruolo, figlio di rifugiati cubani, ordina un’inchiesta. Biden, tuttavia, conferma la decisione di rimpatriar­e tutti i migranti: "Non è il momento di venire”, avverte la Psaki, malgrado le turbolenze politiche e il recente terremoto abbiano aumentato il flusso di haitiani in fuga. Ieri, sei aerei sono partiti dagli Usa per Haiti carichi di migranti respinti. Il presidente ha deciso di portare il numero dei rifugiati ammessi sul suolo statuniten­se a 125 mila l’anno a partire dal primo ottobre, ma la decisione non dovrebbe riguardare quanti fuggono dall ’Afghanista­n e da Haiti. In questi giorni, gli Stati Uniti stanno accogliend­o migliaia di esuli dall’af g h an istan, molto spesso persone che hanno collaborat­o con le forze occidental­i, e intendono pure favorire l’ingresso di dissidenti o perseguita­ti dall ’America centrale e dal Myanmar.

DEL FLUSSO da Haiti, il Segretario di Stato Antony Blinken ha parlato lunedì col premier Ariel Henry: “La migrazione illegale pone gravi rischi ai migranti e alle loro famiglie”, gli ha detto. Dal canto suo, Medici senza frontiere, presente al confine tra Messico e Usa, denuncia le condizioni di vita degradanti dei migranti in attesa di provare a varcare il confine: decine di migliaia di persone sono bloccate in condizioni estremamen­te precarie “a causa – sostiene Msf – delle politiche di asilo fallimenta­ri e delle deportazio­ni di massa dagli Stati Uniti”.

Da metà settembre, un team di emergenza dimsf è a Tapachula, estremo sud del Messico, dove circa 40.000 migranti vivono ammassati: arrivano da Venezuela, Guatemala, El Salvador, Honduras, Haiti e Cuba; sono per la maggior parte donne e bambini, da mesi in un limbo senza prospettiv­e, servizi di base o opportunit­à lavorative.

In fuga da Haiti Molti profughi scappano da violenze e terremoto La portavoce Psaki: “Non è il momento di venire negli Usa”

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