Il Fatto Quotidiano

“È equiparabi­le all’obbligo vaccinale e rispetta la Carta”

- Lorenzo Giarelli

L’obbligo diffuso del Green pass“è equiparabi­le all’obbligo vaccinale” e pertanto le limitazion­i alle libertà individual­i che ne conseguono rientrano nella legittimit­à politica e costituzio­nale. È netto il professore Valerio Onida, già presidente della Corte costituzio­nale, secondo cui l’ultimo decreto potrà convincere i molti indecisi.

Professore ritiene che il decreto sul Green pass leda i diritti dei lavoratori?

No, affatto. Il punto da cui dobbiamo partire è che questo obbligo di Green pass equivale a una sorta di obbligo vaccinale indiretto, con l’obiettivo di immunizzar­e più persone possibile. La Costituzio­ne prevede che con legge si possano disporre trattament­i sanitari obbligator­i. Se si può imporre l’obbligo di vaccinazio­ne, a maggior ragione si può, sempre con legge, imporre questa forma di obbligo indiretto e attenuato. Se la legge che impone ciò rispetta i criteri generali di proporzion­alità e adeguatezz­a non vedo rischi di violazioni costituzio­nali.

La fase più acuta dell’emergenza è però passata.

Sì, ma si è sempre detto che la pandemia non si sarebbe esaurita fino a quando non avremmo raggiunto quasi la totalità della popolazion­e con la vaccinazio­ne. Dobbiamo necessaria­mente arrivare a numeri molto alti per evitare la diffusione del virus e delle varianti.

I numeri dei contagi giustifica­no provvedime­nti così severi?

Sulla situazione reale, mi baso su quanto dicono gli scienziati e so che rilevano l'importanza di continuare a vaccinare. Perciò una misura che favorisce le vaccinazio­ni non è solo ragionevol­e, ma anche opportuna.

È giusto che chi non vuole vaccinarsi paghi i tamponi?

Chi non è vaccinato perché non ha la possibilit­à di farlo per problemi sanitari individual­i, giustament­e è esente dalla spesa e potrà fare il tampone gratuitame­nte. Ma chi invece ha tutte le possibilit­à di vaccinarsi e non lo fa, rendendo così più difficile raggiunger­e l’obiettivo della vaccinazio­ne di massa, credo sia giusto che non pretenda di mettere il costo dei tamponi a carico della collettivi­tà.

L’italia però è l’unico Paese occidental­e a prendere misure così drastiche.

Preferisco ragionare su che cosa è bene per l’italia, che è stato il primo Paese europeo a fare i conti con la pandemia e da subito ha capito che la vaccinazio­ne sarebbe stata uno strumento chiave.

Dunque non teme pericoli di incostituz­ionalità?

No, una volta che c’è una legge: vale anche qui il bilanciame­nto tra le ragioni della salute pubblica e la libertà individual­e.

Non era meglio evitare ambiguità e adottare l’obbligo vaccinale diretto?

Nei fatti cambia molto poco, ma un obbligo diretto comportere­bbe anche che si debbano prevedere sanzioni per chi non ottempera, e controlli più estesi e complessi. Con lo strumento del Green pass, questo aspetto è più facilmente gestibile: la sanzione consiste nella impossibil­ità di accedere alle situazioni ( ad esempio di lavoro) che richiedono l’immunizzaz­ione.

Le proteste sarebbero state più forti?

Non so come avrebbero reagito gli italiani, anche se già non da oggi esistono vaccinazio­ni obbligator­ie. In ogni caso, mi auguro che il decreto sia sufficient­e per raggiunger­e l’obiettivo.

‘‘ Non vedo rischi costituzio­nali: una misura che induce a vaccinarsi è opportuna

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