I ribelli del Parlamento: “Nessuno osi fermarci”
“Farò come di consueto il tampone, ma non intendo mostrarlo: il solo fatto che qualcuno pensi di ridurre tutto a una questione di baiocchi, vuol dire trattarci da piottari”. Il senatore Emanuele Dessi ha, si fa per dire, un diavolo per capello: ce l’ha col governo giù giù fino alla presidenza del Senato per la storia dell’obbligo di Green pass, che entra in vigore oggi anche per accedere ai Palazzi della politica, pena la perdita della diaria: “Imporlo per esercitare il mandato parlamentare è una ignominia. Se mi fermeranno agli ingressi chiederò immediatamente di essere convocato dalla presidente Casellati che si sta prendendo una responsabilità gravissima”. Gianluigi Paragone, altro senatore fuoriuscito dai 5Stelle, la mette giù più dura: “Il Senato per noi non è un luogo di lavoro: se i commessi proveranno a fermarmi dovranno preparare le forze dell’ordine”. E che faranno i leghisti che appena tre settimane fa si erano dati alla macchia pur di non votare il decreto con cui il governo ha esteso l’obbligo a tutti i lavoratori invitando il Parlamento e gli altri organi costituzionali ad adeguarsi? Un manipolo di deputati, da Claudio Durigon a Lorenzo Fontana, passando per Matteo Micheli che insieme ad Alberto Bagnai e Claudio Borghi avevano aderito a luglio alla manifestazione contro l’ obbligo della certificazione verde. Borghi oggi giura che si atterrà alle nuove regole, anche se ha promesso di rivolgersi alla Corte Costituzionale. Come hanno annunciato anche i parlamentari di Alternativa C’è che solleveranno un conflitto di attribuzione per contestare l’adozione in Parlamento del Green pass e tutto l’impianto del decreto che impone l’obbligo nei luoghi di lavoro: oggi una delegazione del partito sarà a Trieste al fianco dei camalli che hanno rifiutato i tamponi gratis e sono pronti al blocco a oltranza del porto se il governo non ritirerà il provvedimento. “Noi di Alternativa c’è siamo come i portuali di Trieste, fulgido esempio di solidarietà di classe” spiega Mattia Crucioli, mentre la chat dei suoi ribolle in vista del ritorno a Roma: tra chi è pronto a fare casino all’ingresso di Camera e Senato, chi medita di rimanere a casa per protesta, chi pensa sia meglio mostrare il pass pur di partecipare all’in
CONFLITTOLEGA IN IMBARAZZO, ALTERNATIVA C’È PROMETTE CAOS
formativa di Lamorgese della prossima settimana. “Non abbiamo ancora deciso, ma non è escluso che protesteremo fuori dal palazzo chiamando i cittadini al nostro fianco”. Ma poi a palazzo sono messi nel conto anche i colpi di teatro, di cui Vittorio Sgarbi è maestro: “Ha detto che ha il Green pass, ma non è detto che sia disponibile a mostrarlo” si lascia sfuggire un assistente parlamentare di Montecitorio dove si è preparati al peggio, come al Senato: i commessi verranno affiancati da ausiliari, ossia da personale non dipendente reclutato appositamente. La speranza da queste parti è che non ci siano incidenti e che nessun parlamentare provi a forzare gli ingressi. E soprattutto che vengano presto installati i totem per i controlli automatici.