Famiglia uccisa “per sbaglio”: gli Usa offrono un risarcimento
Lo scorso 17 settembre, dopo ‘soli’ 19 giorni di ritardo, il generale Kenneth Mckenzie, capo del Central Command del Dipartimento della Difesa, aveva ammesso davanti alla stampa che l’attacco del 29 agosto via drone armato di missili contro un gruppo di terroristi dell’isis-k a Kabul “è stato un tragico errore”. Dopo aver chiesto dunque scusa, il generale aveva aggiunto che si stava prendendo in considerazione un risarcimento economico ai familiari delle 10 vittime, civili innocenti, tutti appartenenti alla stessa famiglia, tra i quali c’erano 7 bambini. L’offerta è stata avanzata ieri anche se non è stata rivelata l’entità dei “risarcimenti di condoglianze ex gratia”. La formula del pagamento “ex gratia”, dal latino “per gentilezza”, viene utilizzata in ambito legale per definire un pagamento fatto senza che il donatore riconosca alcuna responsabilità o obbligo
MASSACRO
LE 10 VITTIME NON AVEVANO NULLA A CHE FARE CON L’ISIS
legale. Una carità pelosa insomma. Per indorare la pillola è stato promesso ai familiari il trasferimento negli Stati Uniti qualora lo vogliano. Come se oggi, con i talebani ormai incardinati a Kabul, fosse semplice. Quella del Pentagono è stata di fatto una mossa obbligata. Colin Kahl, il sottosegretario alla Difesa degli Stati Uniti per la politica, ha avuto giovedì scorso un incontro virtuale con Steven Kwon, fondatore e presidente di Nutrition & Education International, l’organizzazione umanitaria per cui lavorava Zemari Ahmadi, uno dei tre adulti rimasti uccisi. Il nipote di Ahmadi, Farshad Haidari, 22 anni, ha affermato che non è abbastanza quello che il Pentagono ha loro proposto.
“Devono venire qui e scusarsi con noi faccia a faccia”, ha detto all’agenzia di stampa Afp nella già modesta casa, ora in parte bombardata, nel quartiere densamente popolato di Kwaja Burga. La posizione della casa, vicina all’aeroporto della capitale afghana, avrebbe tratto in inganno l’intelligence statunitense che stava cercando di intercettare una cellula di appartenenti all’isis diretti verso l’aeroporto per fare una nuova strage, dopo quella compiuta giorni prima con i kamikaze. Il drone ha solo eseguito un ordine frutto di un fatale abbaglio degli 007.
Haidari, il cui fratello Naser e i piccoli cugini sono morti nell’esplosione, aveva dichiarato il 18 settembre che gli Stati Uniti non hanno avuto alcun contatto diretto con la famiglia.