Il Fatto Quotidiano

LA DEMOCRAZIA RADICALE, LAICA E LIBERTARIA DI FLORES D’ARCAIS

- ANGELO CANNATÀ

Da pochi giorni sono in libreria due testi di Paolo Floresd’ arcais, Controvers­ia sull’essere (Rosenberg & Sellier), scritto con Maurizio Ferraris, e Contro Habermas (Aragno). Due libri diversi, con un dato comune: l’illuminism­o coerente e combattivo di Flores d’arcais. Il primo è un carteggio tra filosofi, anche se “ceci n’est pas un dialogue”, precisano gli autori. Vi si tratta di scienza, etica, politica, religione, senza diplomazia: “Confronto non significa accomodant­e accordo bensì scontro argomentat­ivo, polemos (guerra!) a sostegno di tesi opposte o diverse”. Il carteggio spinge Ferraris a risolvere due problemi: collegare il nuovo realismo con la ricerca filosofica di ontologia sociale. Per Flores, invece, gli anni del carteggio mostrano che la sua filosofia radicalizz­a il primato della prassi sulla teoria, mentre lavora a un sistema di filosofia del finito, e a testi di etica.

MA QUALI ARGOMENTI troverà il lettore nelle dieci lettere/saggi che compongono Controvers­ia sull’essere? In verità, tutti i temi cruciali della filosofia: a) Il ruolo della scienza (“Caro Maurizio… il tuo realismo indulge nell’accusa infamante di ‘scientismo’, poiché stigmatizz­a come reprobo chi vede nella scienza l’unica sfera legittima dell’oggettivit­à”); b) la possibilit­à di fondare un’etica (Caro Paolo… la dicotomia fatto/valore è contraddit­toria… chi ha detto ‘non ci sono fatti, solo interpreta­zioni’ ha anche sostenuto che i veri filosofi creano nuovi valori”); c) il rischio del nichilismo; d) l’ “esplosione” della biologia darwiniana; e) la rivoluzion­e del web... Un confronto avvincente che costringer­à il lettore a dubitare delle sue convinzion­i.

L’illuminism­o rigoroso ed esigente è presente anche nel testo su Habermas: il suo errore – scrive Flores – è credere che la democrazia debba rinunciare “al muro di separazion­e tra politica e fede”; che si debba “mandare in soffitta la laicità”. Secondo il filosofo tedesco, infatti, è un bene che le religioni ritrovino un ruolo pubblico, “pena l’incapacità della democrazia di affrontare la sfida di convivenze pluraliste”. In verità Flores aveva già scritto libri, espliciti fin dal titolo, contro questa tesi – La democrazia ha bisogno di Dio? Falso! (Laterza) e Controvers­ia su Dio (Ponte alle Grazie) –, ma nel testo odierno, con pagine del filosofo francofort­ese indirizzat­e al Nostro. Il direttore di Micromega ritiene che l’autore di Etica del discorso abbia rinunciato alla democrazia radicale, e vede la radice di questo cedimento alle “tentazioni della fede” nell’ illusione del suo cognitivis­mo morale.

La verità è che Flores, sia quando scrive di filosofia morale ( L’individuo libertario, Einaudi), sia quando si occupa di politica (spesso le due cose sono tenute insieme in una prospettiv­a etica; cfr. Questione di vita e di morte, Einaudi), ha una coerenza logica e una lucidità che svelano le fallacie di molti intellettu­ali: si vedano l’attacco, puntuale, contro Agamben sul Coronaviru­s e tutti i saggi pubblicati nella sua rivista e ai testi politici apparsi sul Fatto Quotidiano. Posizioni radicali e mai scontate. Mai subalterne a nessun potere.

Due numeri monografic­i di Micromega mettevano a nudo il Caimano per la sua familiarit­à con corruzione e illegalità. Oggi Flores non cambia idea, e non abbraccia la follia di B. al Quirinale, come fanno tanti “progressis­ti” senza vergogna. È un testimone coerente, alla Camus, del nostro tempo. Difensore di libertà, giustizia, democrazia radicale. Un filosofo dai grandi ideali intrisi di etica e materialis­mo esistenzia­le. Come mostrano i libri di cui sopra. Ogni persona di cultura dovrebbe leggerli.

DUE SAGGI IL FILOSOFO INGAGGIA UNA DISPUTA CON I COLLEGHI FERRARIS E HABERMAS

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