“Con la crisi saranno le mafie la Cassa per il Mezzogiorno”
“La criminalità organizzata è la nuova Cassa per il Mezzogiorno”. L’azienda di Pippo Callipo, che trasforma e distribuisce tonno di alta qualità, ha sede nei luoghi topici dell’insediamento ndranghetista. Appena sopra Vibo Valentia, ai piedi delle Serre di San Bruno. Ha resistito negli anni passati alle intimidazioni e alle minacce, alle pallottole sparategli contro. Teme che la crisi energetica produca un default complessivo, generale.
Ho abbastanza fiato e penso di poter resistere. Intaccherò il patrimonio ma salverò l’azienda. È il resto della Calabria, del Sud e forse dell’italia che mette paura. I tanti colleghi che non hanno finanza, non hanno scorte, un tesoretto cui far fronte per affrontare questo tornado.
Lei ha conosciuto la ’ndrangheta, ha provato a impegnarsi in politica. Solo sconfitte. Ora che cosa fa?
Costruisco la resistenza. Vuol sapere cosa ci è capitato a noi? Il tonno crudo è aumentato del 42 per cento. L’olio di oliva del 34 per cento, l’olio di girasole del 134 per cento, le scatole di alluminio che contengono il tonno del 50 per cento, il vetro
del 57 per cento.
Quindi adesso lavorate in perdita. Naturalmente il nostro fatturato è in forte perdita. Le perdite continueranno ancora, anche se il mio tonno a settembre costa al supermercato già il 10 per cento in più.
Sta vendendo in perdita da maggio scorso. Perché ha aumentato solo adesso?
Perché le catene di distribuzione non mi hanno permesso di aggiornare i prezzi. Noi avremmo voluto arrivare almeno al 15 per cento per tenere un po’ di fiato. Ci hanno dato il 10. Meglio di niente. Col 10 per cento d’aumento perderete comunque soldi.
E tanto.
Quindi?
Per tenere i conti in ordine abbiamo dovuto chiudere lo stabilimento il mercoledì.
Per tredici mercoledì fermeremo la produzione.
Costa di più produrre che fermarsi.
È più economico fermarsi. Arriveremo così fino a dicembre. E comunque lei parla con un imprenditore che ha la fortuna di avere la possibilità di resistere.
I suoi colleghi?
Hanno l’acqua alla gola. La ’ndrangheta farà una mattanza.
Non solo in Calabria. Hanno le tasche gonfie di euro, e questo è il momento migliore per fare incetta. Compreranno ogni cosa a prezzi di saldo. Tra l’altro hanno bisogno di investire.
E questa è la prima cattiva notizia. La seconda qual è?
Una giornata in meno di lavoro a settimana, quattro giorni al mese, valgono almeno 150 euro in busta paga. Per un operaio che ha un salario dignitoso ma modesto sono soldi importanti, sono perdite gravi, buchi nel bilancio familiare. Callipo, pensa che basterà chiudere l’azienda al mercoledì?
(Silenzio)
Non basterà? Speriamo che basti. Non lo so.
Ma il peggio è la Cassa per il Mezzogiorno della malavita.
È la tempesta perfetta.
Voi perdete quanto? Credo un 20 per cento del fatturato.
Da settembre perderete un po’ in meno.
Esatto. Un poco in meno. Ma perderemo anche in considerazione che i consumi si ridurranno.
Questa estate il clima è parso super ottimista.
Al Sud i debiti si uniscono alle pallottole Non ho più alcuna fiducia nella politica
Vero, tanti turisti. Anche noi in Calabria abbiamo chiuso i conti delle presenze vacanziere con ottimi riscontri. Ma la massa di bagnanti rappresentava la coda di un vento che stava repentinamente cambiando posizione.
Per i clan è il momento migliore per fare incetta
Lei si è anche candidato in passato. Ha fiducia nella politica?
No, assolutamente zero. Se si potessero fermare le elezioni sarei felice. Temo che i nuovi, questi di centrodestra, combinino altri guai.
È così sfiduciato?
L’aria è pesante. Debiti che qui da noi si abbinano alle pallottole. Questa la prospettiva per i miei colleghi più sfortunati. Confido nel procuratore Gratteri. Spero che almeno lui ci riservi un occhio, ci aiuti un po’. Incrociamo le dita, almeno?
Incrociamo le dita.