IL “FIORE DEL PARTIGIANO” ORA DIVISIVO. INVECE ROGER FA COMMUOVERE TUTTI
BOCCIATI
HOUSTON ABBIAMO UN PROBLEMA La polemica della settimana è toccata a Laura Pausini. La cantante, nel corso di un programma televisivo spagnolo, di fronte alla richiesta di cantare ‘Bella ciao' si è rifiutata “perché è una canzone politica”. Apriti Cielo. Neanche il tempo di venire a conoscenza della notizia che subito il web si è fiondato su una pietanza così succulenta. Molti si sono indignati, altri l'hanno elogiata, qualcuno ha trovato terreno facile per esercitare lo spirito (notevole “Non canto La donna cannone perché sono contro le armi”). Se la Pausini voglia o meno esporsi politicamente è una questione d'interesse relativo (o per meglio dire meriterebbe una lunga riflessione sul ruolo dell'artista nella società contemporanea e sul perimetro della definizione stessa di artista), quello che colpisce è come sia possibile che un canto di liberazione, che dovrebbe suggellare il destino comune di un popolo che, grazie al coraggio di alcuni, è riuscito a liberarsi dell'invasore, sia diventato una canzone divisiva. Houston abbiamo un problema. E il problema non sta in chi cerca di appropriarsene sottraendolo alla controparte, il problema sta in chi vi rinuncia e glielo consente, privilegiando sempre la piccolezza della cronaca alla grandezza della Storia. Il fiore del partigiano non si trova solo nei fiorai della rive gauche, è un fiore che cresce spontaneamente in qualsiasi prato, campo, giardino, terrazzo. Basta essere disposti a innaffiarlo un po'.
Voto: N.C.
PROMOSSI
PENSIERO STUPENDO A 41 anni, dopo tre anni d'infortuni, Roger Federer ha scelto di ritirarsi dal tennis. La commozione è stata generale: la dipartita (in)volontaria di un campione lo è per definizione. Ma tra le cose non scontate che colpiscono di più ci sono le parole del rivale di sempre, Rafael Nadal: “Caro Roger, mio amico e rivale. Speravo che questo giorno non arrivasse mai. È un giorno triste per me personalmente e per tutto il mondo dello sport. È stato un piacere, ma anche un grande onore e privilegio condividere tutti questi anni con te, con tanti momenti splendidi dentro e fuori dal campo”. Perché è vero che la competitività tra due campioni che gareggiano per il loro ruolo nella Storia è la più forte che possa esserci, ma è anche vero che la pasta di un fuoriclasse la riconosci soprattutto dal valore che è capace di riconoscere al proprio avversario. Soprattutto se è stato il desiderio di battere quell'avversario che ha contribuito a renderti quello che sei. Ecco, sarà che siamo alla fine di una brutta campagna elettorale, ma un pensiero si affaccia nella testa: come sarebbe bello se anche in politica si sapesse riconoscere il valore del proprio avversario, dopo averlo utilizzato come sprone per diventare migliori. Ma possiamo stare sereni, nel senso renziano del termine: questo non accadrà.
Voto: 10
MEMENTO
Dopo l'ennesima tragedia climatica di questi mesi, ecco un tweet di Beatrice Brignone, segretaria di Possibile, ahinoi tutt'altro che scontato: ‘Chi nega l'emergenza climatica è dalla parte sbagliata della Storia'. C'è un gran bisogno di ribadirlo.
Voto: 7
STEFANO STECCHINI