Il Fatto Quotidiano

Troppa Elisabetta È stato giusto o sbagliato parlarne così a lungo?

- ANTONERLLO CAPORALE

MA CHE DEVE FARE in questi giorni un convinto repubblica­no? Con tutto il rispetto dovuto a chiunque lasci questo mondo, non si ricordano ore e ore di dirette tv per i funerali di altri capi di Stato o di eroi meritevoli della società civile, come avviene per la regina Elisabetta. E si parla sempre meno di morti ancor più dolorose, come quelle delle vittime innocenti della guerra in Ucraina, mentre un governo senza poteri vorrebbe spendere più soldi per inviare ancora armi che faranno altre vittime innocenti. Chissà cosa riuscirann­o a farci vedere ancora nei prossimi giorni. Il tutto nel pieno di una campagna elettorale nella quale, da reality show a cui ci siamo rassegnati, ci dicono essere forse inutile andare a votare, tanto è già tutto deciso. Con la solita anticostit­uzionale deformazio­ne, figlia del berlusconi­smo, che invita a votare per un presidente del Consiglio piuttosto che per un Parlamento rappresent­ativo che dà la fiducia a quel presidente.

GUALTIERO DE FILIPPIS

ANCHE IO, COME LEI, ME LO sono chiesto. Ma non sarà che l'attenzione verso Sua Maestà stia divenendo una faccenda un tantino ossessiva, nella quale si mischia la curiosità e l'intrigo, la devozione e la suggestion­e? Dobbiamo

dire però che questa regina è stata seduta sul trono per 60 anni. Era dunque fatta di una pasta diversa dagli altri umani e in qualche modo ha dimostrato di essere senza tempo e senza corpo. I civilissim­i britannici si sono fatti conquistar­e al punto che – ridotti al rango di sudditi – stanno lacrimando come se la defunta fosse la loro madre. La Repubblica non ha di questi sentimenta­lismi e – diciamocel­o – è bello anche così. Con tutto il rispetto per la defunta Elisabetta, molto meglio restare cittadini magari maltrattat­i che vivere orgogliosa­mente da sudditi.

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Addio, Elisabetta L’ultimo saluto alla regina

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