Alla Juve poco Allegri Da Tevez a Cr7, i campioni fuggiti per l’ultradifensivismo
Immaginate di rispondere a un indovinello de La Settimana Enigmistica: questo. “Tevez, Dani Alves, Cr7, Morata, Di Maria: questi cinque famosi calciatori o ex calciatori hanno in comune 4 particolari. Quali?”. La risposta di solito è a pagina 46 ma stavolta ve la anticipiamo noi: 1. Sono tutti grandi campioni. 2. Hanno giocato tutti nella Juventus. 3. Hanno tutti, per dirla con un francesismo, perculato (dal dizionario Treccani: “v. tr. (volg.) Deridere, sbeffeggiare, sfottere”) l’allenatore che li ha avuti alla Juve, cioè Massimiliano Allegri. 4. L’accusa mossagli è sempre la stessa: l’inaccettabile gioco difensivo. Ricapitolando: Tevez, Dani Alves, Cr7, Morata, Di Maria. Quattro fuoriclasse e un campione (Morata) di cui si può dire tutto ma non che non conoscano il gioco del calcio.
Carlos Tevez, attaccante argentino classe 84, gioca nella Juve dal 2013 al 2015. Il 5 maggio 2015, nella semifinale di Champions vinta 2-1 contro il Real Madrid (lui segna il 2-1 su rigore), Allegri lo sostituisce con Pereyra per difendere il vantaggio e Tevez uscendo dal campo gli dice: “Cagòn,
puto”, come a dire “Fifone, cacasotto”.
Dani Alves, difensore brasiliano classe 1983 e calciatore più vincente della storia del calcio con 44 trofei (tra cui 3 Champions, 3 Coppe del mondo e 6 titoli di Spagna col Barcellona), firma per la Juventus nell’estate 2016 ma il 29 giugno 2017 risolve anticipatamente il contratto e se ne va al Psg. “Ho lasciato la Juve perché mi avevano promesso che avrebbero cambiato stile di gioco, ma non era vero”, scrive su Instagram pochi giorni dopo il tracollo nella finale Champions persa a Cardiff col Real Madrid (4-1). Pochi giorni prima, a una domanda su Paulo Dybala aveva risposto: “È un grande giocatore, ma per migliorare se ne deve andare dalla Juventus”.
Cristiano Ronaldo, attaccante portoghese classe 1985, arriva a Torino nell’estate 2018 firmando per 4 anni. Il 16 aprile 2019, al fischio finale di Juventus-ajax 1-2 che sancisce l’uscita dalla Champions dei bianconeri ai quarti, Cr7 rivolge in mondovisione un plateale gesto alla panchina accusando l’allenatore di essersela fatta sotto (passata in vantaggio con un gol di Ronaldo, e forte dell’1-1 dell’andata, la Juve si è solo difesa fino a farsi travolgere ed eliminare dai giovani olandesi).
Alvaro Morata, attaccante spagnolo classe 1992, gioca nella Juventus dal 2014 al 2016 e ancora dal 2020 al 2022. È un fedelissimo di Allegri ma nel maggio scorso, in un tweet ufficiale postato dalla Juventus in cui lo si vede, in coppia con Arthur, sfidare alla Play Station Chiellini e Chiesa in un match di calcio, commentando la sconfitta dice: “Abbiamo un dato incredibile: zero tiri in porta, il mister sarebbe orgoglioso”. Ridono tutti tanto la battuta è veritiera.
Angel Di Maria, centrocampista e attaccante argentino classe 1988, in bianconero è arrivato da poco. Mercoledì scorso, mandato in campo in Juventus-benfica 1-2 al minuto 58 in sostituzione di Miretti – sua quarta presenza stagionale contando anche il campionato –, ha assistito impotente all’implosione della Juve. A fine match, mentre i fischi dello Stadium subissavano i protagonisti, si è avvicinato a Milik, miglior giocatore juventino tolto dal campo da Allegri al 65’ per fare spazio a Fagioli, e a voce e con i gesti, ripreso dalle tv, sconsolato e incredulo gli ha domandato: “Ma perchè ti hanno fatto uscire?”.
Tevez, Dani Alves, Cr7, Morata, Di Maria: il calcio. Finiti tutti nelle mani di Allegri: l’anticalcio. Così è, anche se non vi pare.