Sono colpevole Ho saltato una multa, quindi finirò a Rebibbia (però insieme alla mia auto)
Sono davanti all’ennesima multa per divieto di sosta, me la sono dimenticata sulla scrivania e si è riprodotta da sola, spontaneamente, ha figliato un’altra multa, anzi due, parto gemellare, più gli interessi di mora! Poi si è unita con una multa per eccesso di velocità e ha partorito ancora, fino a mettere su una famigliola nutrita di avvisi e cartelle... l’ultimo nato è un fermo amministrativo. Non che non voglia pagare, ma ora proprio non posso. Ebbene sì, confesso: sono un evasore, no, ma come cavolo si dice evasore al femminile? Eva-sora… eva-trice… eva-sata. Forse non c’è la parola, e se non c’è la parola non c’è neanche il reato. Ma non è possibile che una pratica tanto famosa si declini solo al maschile. Guardo lo Zingarelli e scopro che si dice evaditrice. È inutile non riuscirò mai a saldare il mio debito, ho accumulato troppe multe. Ma quale può essere la pena per una persona fondamentalmente onesta che si è dimenticata di pagare qualche multa? Il carcere mi sembra troppo, il prelievo forzoso sul mio conto corrente? Io sul conto c’ ho due spiccioli, non vale neanche la pena di metterci le mani. Il pignoramento dei beni? Quali beni, sono in affitto, qui è tutto del padrone di casa, io di mio ho solo due sedie, un tavolo e una poltroncina di vimini o di bambù, insomma quella roba lì; la mia sembra la casa di Tarzan! Non mi resta che pagare, però, intanto, sono aggredita dai sensi di colpa. Faccio dei sogni terribili: mi appare il mio commercialista, con un mantello azzurro e un mitra che mi indica un rogo dove svolazzano bruciacchiate migliaia di multe e dove finirò anch’io, come una strega! E tutt’intorno un migliaio di vigili urbani che gridano in coro: “colpevole, colpevole!” E va bene, mi arrendo, andrò in galera, però sia chiaro, ci andrò con la mia macchina, anche lei è responsabile… a proposito ci sarà parcheggio a Rebibbia?