Ita: il Mef incasserà 350 milioni dai soci, ma verserà 1,35 miliardi
Quanto incasserà lo Stato dalla vendita di Ita Airways? La domanda emerge mentre il percorso accidentato per la privatizzazione della mini-compagnia nata dalle macerie di Alitalia non è ancora completato, malgrado il 31 agosto il governo Draghi abbia scelto il fondo statunitense Certares per il negoziato in esclusiva. Il tentativo di chiudere l’operazione prima delle elezioni del 25 settembre non è riuscito. Del resto, a molti sembrava impossibile che un esecutivo dimissionario fosse in grado di concludere una trattativa complessa come la cessione di una compagnia aerea. Certares ha un’alleanza commerciale con Delta Air Lines e Air France-klm, il gruppo di rivali che ha fatto di tutto per contrastare l’offensiva di Lufthansa e che potrebbero diventare azioniste di Ita in una fase successiva. Secondo diverse fonti, Certares propone di comprare il 51% di Ita, lasciando al Mef il 49%, con un impegno finanziario di 950 milioni. Per chi guarda all’operazione con superficialità questo può far pensare che lo Stato incasserebbe quasi un miliardo.
MA I DETTAGLI
della proposta in discussione con il Mef fanno capire che, se l’operazione venisse perfezionata, l’incasso sarebbe molto inferiore. Il fondo americano ha proposto di fare un primo versamento di 350 milioni per acquistare dal Mef il 51% della compagnia. Questo sulla base di una valutazione di circa 700 milioni per tutto il capitale (equity value). Su questo nelle trattative potrebbe sorgere un intoppo, perché le perdite di Ita si sono già mangiate una parte del capitale versato dal Mef (la dote finora è di 720 milioni), al punto che il cda di Ita a fine luglio ha chiesto al Mef di versare una nuova tranche, 400 milioni, dell’aumento di capitale già autorizzato dalla Ue nel 2021. Il Mef ha rinviato il secondo aumento perché puntava a vendere prima la società. Ma i tempi si sono dilatati e le esigenze di cassa di Ita si sono fatte pressanti. Certares si è cautelata facendo presente che il prezzo offerto potrebbe essere rettificato al ribasso se il patrimonio di Ita, dopo aver sottratto le perdite accumulate fino alla girata delle azioni, si discostasse da quello valutato 700 milioni. L’offerta di Certares prevede poi il versamento di ulteriori 600 milioni, per arrivare ai 950 milioni complessivi messi sul tavolo. Ma questi soldi sarebbero versati come aumento di capitale di Ita per sostenere gli investimenti, non andrebbero al Mef. Anzi il piano prevede che, insieme ai 600 milioni che sborserebbe Certares, il Mef completi la ricapitalizzazione di Ita con ulteriori 650 milioni: 400 milioni sono la seconda tranche da versare entro quest’anno, 250 quelli per i primi mesi del 2023.
Se l’operazione dovesse chiudersi in questi termini, dalla vendita di Ita il Mef incasserebbe solo 350 milioni. Ma si troverebbe ad aver sborsato nel complesso 1,35 miliardi, tra i soldi già messi e quelli ancora da versare. Dunque tra entrate e uscite il saldo sarebbe negativo per 1 miliardo. Il Mef avrebbe il 49% della compagnia: il valore di questi titoli dipenderebbe dai risultati futuri di Ita (i risultati del passato di Alitalia non sono incoraggianti).
Ben altra musica quella udita in Germania. Lufthansa ha completato la restituzione degli aiuti di Stato ricevuti nel giugno 2020 per il Covid. Il fondo pubblico Wsf, che aveva investito nel 20% del capitale, ha rivenduto tutte le azioni sul mercato, con una plusvalenza di 760 milioni.