La manovra vale solo per tre mesi E Giorgetti avvisa la maggioranza
ricorsi al disavanzo (in continuità con Draghi) la manovra è assai scarna, anche se il compito del governo Meloni è stato reso più facile dall’aiutino involontario del Pil del terzo trimestre, cresciuto dello 0,5%. Un di più che concederà risorse aggiuntive sia alla manovra che all’aiuti quater (il decreto da 9,1 miliardi che va oggi in Cdm, confermando fino a fine anno il credito di imposta per le imprese energivore e la riduzione delle accise sui carburanti).
MA ESAURITO quel surplus, la manovra balla. “Attenzione andrà posta al monitoraggio dei conti pubblici del 2023, con riferimento anche al rischio di dover disporre interventi aggiuntivi contro il caro energia”, ha spiegato la presidente dell’ufficio parlamentare di bilancio (Upb), Lilia Cavallari, che ha spiegato come andranno trovate altre risorse per far fronte alla crisi energetica visto che quelle della manovra valgono “per i primi 3-4 mesi” con le stime di crescita del governo nel 2024 “ottimistiche”.
Giorgetti ha invitato “alla prudenza, al realismo e alla responsabilità”, perché questo approccio si scontra con le stesse misure inserite in manovra: per ogni settore di intervento le risorse andranno cercate compensandole con altre, dice sempre il ministro. A partire dal caro bollette: vanno rinnovati i crediti di imposta per le imprese, il taglio dell’iva al 5% sul gas, la sterilizzazione degli oneri di sistema per la luce e i bonus per le famiglie. Per introdurre la flat tax – per la quale si sta studiando oltre all’estensione del tetto (da 65 a 85 mila euro) per le partite Iva anche una versione incrementale per i lavoratori dipendenti – i soldi andranno trovati limando il Rdc per 1 miliardo “sulla base di controlli” e il Superbonus che “sarà rivisto in modo selettivo”, dice Giorgetti. Modifiche anche per gli extraprofitti, la cui norma “non funziona”. Tra gli interventi fiscali sono previsti rottamazione e stralcio per le cartelle fino a mille euro, ma anche il tetto ai contanti tra 5 e 10 mila euro e l’eliminazione delle multe sull’obbligo del Pos.
Giorgetti ha snocciolato numeri che sembrano un richiamo alla sua stessa maggioranza (specie il suo partito, la Lega) a partire dalle pensioni che da qui al 2025 peseranno per oltre 50 miliardi anche per il meccanismo di aggancio all’inflazione (da gennaio ci sarà un adeguamento del +7,3%). Giorgetti ha definito un’ipotesi “non esclusa” l’uscita con 41 anni di contributi (ma ci sarà un limite d’età). Nel pomeriggio, il tema è stato solo sfiorato nell’incontro tra Meloni e i segretari di Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Per Pierpaolo Bombardieri (Uil) “sulle pen
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