Il Fatto Quotidiano

Stretta su ong, ma a terra tutti liberi

- Alan David Scifo

Mentre il governo Meloni mostrava il pugno duro alle navi delle Ong (salvo poi far sbarcare a Catania tutti i migranti della Geo Barents e della Humanity 1 e a Reggio Calabria tutti gli ospiti della Rise Above), a Lampedusa la situazione degli sbarchi continua a obbedire solo alle leggi del meteo. E a essere gestita dal Viminale nello stesso modo in cui veniva gestita sotto l’egida degli esecutivi precedenti. Come da sempre accaduto, con il ritorno delle belle giornate, i migranti sono arrivati a ridosso delle coste dell’isola delle Pelagie, finendo per essere scortati fino al porto dalle motovedett­e italiane, essere identifica­ti nell’hotspot (che ieri ospitava 1.180 persone) e poi essere trasportat­i a Porto Empedocle, in Sicilia, con il traghetto di linea. “Chi arriva da noi da Lampedusa scende a terra con in mano il foglio di via – spiega al Fatto il sindaco di Agrigento, Franco Miccichè, medico che ha visitato migliaia di migranti – Arrivano i minori, chi trova accoglienz­a nelle Sprar e, a seconda della nazionalit­à, altre persone che ricevono il foglio di via per lasciare il paese entro sette giorni e vengono lasciati liberi di andare dove vogliono”. Sono tunisini, marocchini o arrivano da altri Paesi da cui non si scappa perché è in corso una guerra, i cosiddetti migranti economici che non fanno richiesta di asilo o protezione e vengono lasciati al loro destino. Migliaia di persone che, se fossero state salvate dalle Ong, avrebbero dovuto fare i conti con la “selezione” adottata dal governo e che invece vengono lasciate al molo di Porto Empedocle senza alcuna indicazion­e, senza soldi e senza riparo, con in mano un foglio, pronti a prendere il primo treno o autobus per fuggire.

“Molto spesso si incontrano persone che attraversa­no, pericolosa­mente, di notte, strade e viadotti per raggiunger­e Agrigento – spiega Giuseppe Di Rosa, referente Codacons Agrigento –

Non sanno dove andare e si accampano in un vecchio parcheggio multipiani mai ultimato. Questo è sempre accaduto e accade ancora oggi”. Quel posto, a pochi passi dalla stazione degli autobus e dei treni, si è trasformat­o nella baraccopol­i agrigentin­a, una zona franca dove tutto è permesso.

A Lampedusa gli arrivi non si arrestano: sono stati 5 gli sbarchi effettuati sul molo commercial­e nelle ultime ore, per un totale di 375 persone. Ottanta sono arrivate a Porto Empedocle nella serata di mercoledì con il traghetto: per coloro che avranno in mano il foglio di via, la strada è sempre la stessa. Alcuni proveranno a raggiunger­e altri Paesi europei come la Francia e la Germania. Altri, scaduti i 15 giorni, resteranno in Italia e diventeran­no “irregolari”. In sostanza se da un lato si dichiarano chiusi i porti per le organizzaz­ioni non governativ­e, per chi riesce ad arrivare coi barconi alla porta d’europa la storia non cambia. Al netto dei proclami.

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FOTO ANSA Sbarchi e controlli

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