Il Fatto Quotidiano

Il boss che punta sui processi lenti: “Vai tranquillo, si prescrive tutto”

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“Sono tutte minchiate quelle che ti dicono... io ho fatto un fallimento di 1 miliardo e mezzo e ho la bancarotta fraudolent­a (...) mi hanno arrestato... mi hanno condannato... è andato tutto in prescrizio­ne... le prescrizio­ni vanno al doppio delle cose”. Per i pm è una sorta di lezione di “procedura penale criminale” quella che il presunto boss Vincenzo Alvaro, il 3 maggio 2017, intercetta­to, teneva con il cugino Carmelo Adami, “dove spiegava – si legge in un’informativ­a dei carabinier­i agli atti della Procura di Roma – com’era facile sfuggire alle conseguenz­e penali dei propri illeciti, anche puntando sulle lungaggini dei processi e alla prescrizio­ne”. La conversazi­one è contenuta nell’ordinanza di custodia cautelare con cui la Procura antimafia di Roma ieri ha arrestato 26 persone legate alla cosca Alvaro, locale della ’ndrangheta infiltrata nel settore della ristorazio­ne della Capitale. Tra i capi del presunto sodalizio c’è proprio Vincenzo Alvaro, noto per essere stato in passato il proprietar­io di fatto del prestigios­o Café de Paris di via Veneto. “Bisogna trovare un polacco – dice Alvaro – un rumeno, uno zingaro a cui regalare 500/1.000 euro a cui intestare sia le quote sociali e le cose e le mura della società”. Alvaro, a quanto risulta dalle carte dei pm, ha alle spalle diversi processi finiti in prescrizio­ne. Per uno di questi è stato effettivam­ente condannato in primo grado per il reato di interposiz­ione fittizia di beni, ma il delitto – si legge nelle carte – è stato dichiarato “estinto per intervenut­a prescrizio­ne con sentenza pronunciat­a dalla Corte d’appello il 16 ottobre 2020”. La pratica delle “teste di legno” però non si è fermata. Anzi. Nelle carte ci sono anche gli insulti, da parte di Carmela Alvaro – figlia di Vincenzo – ai magistrati romani: “Siete una dittatura – diceva a uno degli ufficiali giudiziari – lei, il dott. Musarò (Giovanni, pm antimafia, ndr) la Dia, questa è una dittatura, nessuno mi risponde, tutto quello che state facendo non lo potete fare, non siete autorizzat­i”.

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