Terremoto di 5.7 gradi al largo delle Marche “Più vicino alla costa poteva fare disastri”
LANCONA
e due scosse principali dello sciame sismico che ieri mattina ha svegliato di soprassalto le zone costiere di Pesarese e Anconetano potevano avere conseguenze devastanti. La prima soprattutto, alle 7:07, di magnitudo pari 5.7 della scala Richter ha avuto come epicentro il mare Adriatico, a 34 km dalla costa e 8 km di profondità. Si fosse verificata sulla terra i danni sarebbero stati drammatici: “Non li possiamo quantificare, ma senza dubbio non saremmo qui a commentare un evento d’impatto limitato. Oltre i 5 gradi si entra nella cosiddetta “Soglia del danno”, ma il grosso dell’energia è stato scaricato in mare. Gli edifici non adeguati ai criteri antisismici sarebbero crollati facendo vittime”. A dirlo è il presidente dell’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Carlo Doglioni, che ha smentito qualsiasi possibilità che l’attività di trivellazioni marine possano aver influito sulla magnitudo del sisma. Lo stesso Doglioni ha confermato che l’area adriatica è storicamente zona sismica, dove la cultura dei terremoti è elevata. A differenza di quanto accaduto nell’entroterra, dagli eventi di L’aquila nel 2009 e in Centro Italia 6 anni fa, lungo la costa l’urbanizzazione è avvenuta in maniera più rispettosa dei criteri antisismici. Ancona è stata frustata dalle due scosse proprio come 50 anni fa. Da dicembre del 1971 a novembre del ’72 oltre 800 scosse colpirono la città, con due picchi: a gennaio e giugno. Ci furono danni, ma il patrimonio strutturale resse come ieri mattina. Mezzo secolo fa nessuna vittima, ieri una ventina di feriti lievi. Ancona nel 1972 era adeguata a livello di patrimonio residenziale grazie all’insegnamento del terremoto del 1930, uno dei più squassanti del secolo scorso. In questi 50 anni la cultura antisismica è cresciuta ancora. Il grosso degli impianti e degli edifici comunali sono stati aggiornati con le regole di sicurezza. Questi i risultati ieri: evacuati i 35 ricoverati e i dipendenti di una clinica privata/convenzionata, poi rientrati, sgomberato il Convitto delle suore Pie Venerini, chiusa una delle chiese più importanti della città. E poi danni strutturali da verificare in due scuole, nei sottopassi della stazione ferroviaria, dieci famiglie sgomberate. Gli hacker, infine, hanno creato un falso profilo Facebook della sindaca, Valeria Mancinelli, diffondendo fake news: “Deficienti. Ho sporto denuncia alla Polizia postale, li voglio vedere in faccia”, ha detto lei.