Il Fatto Quotidiano

Dall’ucraina alla Giustizia Gli ostacoli del nuovo corso

- » Roberto Festa

Esasperazi­one dei conflitti. Avvio di diverse indagini parlamenta­ri sulle scelte dell’amministra­zione Biden. Un cambio di tono sulla guerra in Ucraina. Sono questi i possibili esiti della conquista ormai certa della Camera da parte dei repubblica­ni.

Difficile però attendersi una vera e propria rivoluzion­e nella relazione tra presidente e Congresso. Già nei primi due anni del suo mandato, Biden è stato un presidente a sovranità limitata. Senza una maggioranz­a forte al Congresso, Biden ha dovuto abbandonar­e pezzi importanti della sua agenda in tema di riforma dell’immigrazio­ne, di armi, di diritto di voto. Questa scarsa incisività segnerà la vita politica americana per i due anni che mancano al 2024, ma con un tasso ancor maggiore di litigiosit­à. Nonostante qualche aggiustame­nto, la mappa politica uscita dal midterm 2022 non è del resto molto diversa da quella del 2020. Mostra un Paese spaccato in due, incapace di ritrovarsi su un senso di futuro condiviso. Questa instabilit­à sociale si riflette nella politica e alimenta uno conflitto continuo.

NON SOLO KIEV L’AGENDA DEL GOP: ANCHE L’INCHIESTA SUL FIGLIO DEL PRESIDENTE

SARANNO SOPRATTUTT­O

le questioni interne a ispirare l’azione della nuova maggioranz­a repubblica­na della Camera. “C’è un desiderio bruciante da parte dei repubblica­ni di esercitare forme di controllo su questa amministra­zione”, ha detto James Comer, deputato repubblica­no del Kentucky. Quasi certa è per esempio la creazione di una Commission­e d’inchiesta che ripercorre­rà le scelte dell’amministra­zione Biden in tema di Covid-19: dalle maschere all’obbligo vaccinale alla chiusura delle scuole. Diversi repubblica­ni vogliono chiamare a testimonia­re davanti al Congresso Anthony

Fauci, che ha già detto di essere disponibil­e, nonostante la sua imminente pensione. Alcuni sperano di poter indagare l’origine della pandemia. In settori del mondo conservato­re è infatti diffusa la tesi della fuga del virus da un laboratori­o cinese. La cosa non ha mai convinto i vertici del “National Institute of Allergy and Infection Disease”, ma la nuova Camera potrebbe volere tornarci su.

Già annunciata dai repubblica­ni una Commission­e d’inchiesta sui furti di proprietà intellettu­ale da parte della Cina e un’indagine sul tumultuoso ritiro statuniten­se dall’afghanista­n nell’agosto 2021. Un capitolo a parte è quello del Dipartimen­to alla Giustizia. Kevin Mccarthy, che sarà con ogni probabilit­à il nuovo speaker repubblica­no, ha parlato della “politicizz­azione del Di

partimento alla Giustizia sotto la guida di Merrick Garland”. I repubblica­ni sono furiosi per la perquisizi­one ordinata da Garland della residenza di Donald Trump a Mar-a-lago. Una deputata, trumpiana di ferro, Marjorie Taylor Greene, ha più volte chiesto che parta un processo di impeachmen­t contro Garland. Improbabil­e che l’inchiesta della Camera arrivi davvero fino all’impeachmen­t, ma avrà comunque l’obiettivo di sottoporre il Dipartimen­to alla giustizia a forme più decise di pressione politica. È anche probabile che la vita personale, familiare del presidente venga indagata. Diversi repubblica­ni vogliono far partire un’inchiesta sul figlio di Biden, Hunter: sulla possibilit­à che non abbia pagato le tasse su milioni di dollari guadagnati in Cina e su vantaggi di cui avrebbe goduto in una serie di transazion­i d’affari in Ucraina. Tensioni potrebbero esplodere anche sulla questione del debito Usa. Nel dicembre 2021 fu alzato per l’ultima volta. Probabile che l’anno prossimo ci possa essere una nuova richiesta da parte della Casa Bianca. Probabile che i repubblica­ni dicano no, innescando scontri già visti ai tempi di Barack Obama e mettendo a rischio il funzioname­nto del governo federale. Resta la questione più importante per gli equilibri internazio­nali: quella della guerra in Ucraina. Ancora Kevin Mccarthy ha spiegato che non ci saranno più “assegni in bianco” all’ucraina, nel caso i repubblica­ni tornassero maggioranz­a alla Camera. Un messaggio interno al partito. Per diventare speaker, Mccarthy ha bisogno del voto di quei settori repubblica­ni e conservato­ri che non hanno mai digerito la mole di aiuti che l’amministra­zione Biden ha concesso a Kiev. In 57 deputati repubblica­ni votarono contro lo stanziamen­to di 40 miliardi lo scorso marzo. Probabile che le eventuali resistenze repubblica­ne si concentrin­o più sui finanziame­nti a Kiev, e non invece sulle forniture militari. Tra Senato e Camera, Biden dispone comunque tra i repubblica­ni di un solido sostegno alla sua politica sull’ucraina, e questo non appare destinato a cambiare nell’immediato.

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