Barelli squalificato, 2 anni via dalla Fin Lui: “Farò ricorso”
Farà ricorso al Tribunale arbitrale dello Sport (Tas) di Losanna Paolo Barelli, che martedì ha ricevuto l’inibizione per due anni dal ruolo di presidente della Federazione Italiana Nuoto da parte del panel etico della Fina, la federazione mondiale (una sorta di Fifa del nuoto). Il deputato di Forza Italia – che per alcuni giorni è stato anche nella lista dei papabili sottosegretari – da 22 anni a capo del nuoto italiano, è stato sospeso al termine di un procedimento disciplinare per una vicenda che aveva raccontato in anteprima Il Fatto il 17 agosto scorso. Il caso riguarda il cosiddetto addendum (un contratto integrativo) con cui la Len (Lega europea nuoto) assegnava alla Fin un surplus di fondi da 500mila a 1,5 milioni di euro per l’organizzazione degli Europei di nuoto svoltisi a Roma proprio ad agosto. Il documento è datato 10 maggio 2021. In quel momento Barelli era presidente sia della Len sia della Fin. L’addendum è quindi firmato da Barelli in qualità di presidente Len e da Antonello Panza, segretario generale Fin. Secondo una parte del board della lega europea, il deputato forzista non avrebbe comunicato la volontà di assegnare all’italia ulteriori fondi per coprire i costi dell’emergenza pandemica. L’anomalia, secondo i consiglieri del panel etico, però, starebbe proprio in questo conflitto sul doppio ruolo, per il quale ora Barelli vuole rivolgersi al tribunale di Losanna, prima con una richiesta di sospensiva e poi con un giudizio nel merito. Il secondo punto dell’inibizione riguarda poi la sentenza in Appello alla Corte dei Conti che il 10 marzo 2022 ha condannato Barelli al risarcimento di 495.597,22 euro all’ex Coni Servizi per i lavori alla piscina del Foro Italico, relativamente a fatti del 2014. “Si tratta di una decisione della Federazione Mondiale che si basa su denunce millantate che perseguono chiari scopi politici e personali”, replica Barelli, puntando di fatto il dito contro il presidente della Fina, il kuwaitiano Husain Al Musallam.
PER IL MOMENTO il Coni non ha ancora preso una decisione su un possibile commissariamento della Federnuoto. Ieri, Giovanni Malagò, a margine di una conferenza stampa, ha affermato che “è sempre stata solo la Coni Servizi (società rinominata Sport e Salute e oggi di proprietà del ministero Economia e Finanze) a muovere quegli atti alla Corte dei Conti”, dimenticando che in realtà che fu proprio il Coni a muovere le prime denunce nel 2012 sul fronte degli esposti allora depositati in primo luogo alla Procura di Roma (che poi archiviò non rilevando reati penali). Tra i principali accusatori di Barelli c’è Bartolo Consolo. Presidente onorario della Len, ex presidente di Len e Fin, Consolo negli ultimi mesi con le sue denunce ha avviato il procedimento in essere in procura in Svizzera relativo ad alcune consulenze che la Len avrebbe assegnato – negli anni in cui Barelli era presidente – a persone vicine al deputato forzista. “Alla luce di questo provvedimento – dice Consolo – mi aspetto che ora il Coni non solo commissari la Federnuoto, ma avvii anche una due diligence per controllare i bilanci e le assegnazioni delle consulenze in federazione”.