Il Fatto Quotidiano

Il manager di Visibilia era in “cassa” ma pagato dal Senato per La Russa

- » Nicola Borzi e Thomas Mackinson

Anche le istituzion­i finiscono nel vortice dei conflitti d’interessi e nell’uso disinvolto della cassa integrazio­ne a zero ore prima per Covid e poi per questioni aziendali di Visibilia Editore, società quotata in Borsa il cui azionista di maggioranz­a (48,6%) nel 2020 era la senatrice di Fratelli d’italia – e oggi ministro del Turismo – Daniela Santanchè. Tra marzo e aprile di due anni fa, all’epoca della prima micidiale ondata della pandemia e del lockdown, Visibilia faceva domanda per gli aiuti pubblici, sotto forma di Cassa integrazio­ne Covid erogata dall’inps ai suoi dipendenti. Ma – come rivelato dal Fatto nei giorni scorsi – alcuni manager dell’azienda di Santanchè, sebbene ufficialme­nte in cassa integrazio­ne a zero ore grazie agli aiuti Inps, continuava­no invece a lavorare a orario pieno in violazione delle norme di legge. La vicenda emerge da documenti in mano alla Consob dei quali il Fatto è venuto a conoscenza. Ma emergono nuovi dettagli che non riguardano più solo la società quotata e il ministro Santanchè, che all’epoca ne era presidente e amministra­tore delegato: in quella storia emerge ora il coinvolgim­ento dell’allora senatore di Fratelli d’italia, e oggi presidente dell’assemblea di Palazzo Madama, Ignazio La Russa. Un dirigente apicale di Visibilia, infatti, nonostante fosse in cassa integrazio­ne a zero ore lavorava negli uffici del Senato del gruppo parlamenta­re di FDI per La Russa, formalment­e come addetto allo staff del politico di Fratelli d’italia, ma concretame­nte invece per l’azienda quotata della Santanchè, con un contratto di collaboraz­ione a fattura pagato dalle casse di Palazzo Madama.

IL DIRIGENTE in questione rivestiva un ruolo apicale e pubblico nella società dell’attuale ministro del Turismo, che nel tempo ha ceduto la sua quota azionaria e della quale a fine 2021 ha abbandonat­o le cariche di amministra­tore delegato e presidente, cedendole al compagno Dimitri d’asburgo Lorena. Dopo un esposto di azionisti di minoranza datato 10 giugno, per Visibilia Editore la Procura di Milano ora chiede la liquidazio­ne giudiziale per debiti e la Guardia di Finanza indaga, tra l’altro, per falso in bilancio. Nel periodo 2018-2019 il dirigente in questione, oltre al suo rapporto di lavoro con Visibilia, ha lavorato personalme­nte con la Santanchè, dal suo ufficio romano di Piazza delle Cinque Lune. Poi però, da ottobre 2019 a novembre 2021, è passato nello staff del senatore Ignazio La Russa. Ma, mentre il rapporto di collaboraz­ione diretta con Santanchè

era basato su pagamenti per fatture indirizzat­e personalme­nte all’allora senatrice di FDI e oggi ministro, dopo il passaggio nello staff di La Russa il contratto prevedeva la fatturazio­ne invece a carico del Senato. Alla base del trasferime­nto negli uffici di Palazzo Madama, inizialmen­te, c’erano questioni logistiche: Santanchè aveva affittato una casa-ufficio a Roma in via della Rotonda, dove il 2 gennaio 2020 – tra le proteste del sindacato nazionale dei giornalist­i – fu trasferita da Milano la redazione di Ciak, testata edita da Visibilia. Ma siccome gli spazi di via della Rotonda non erano sufficient­i ad accogliere tutto il personale al lavoro per Visibilia, il manager fu spostato in Senato negli uffici della Santanchè, dove però lavorava non tanto per l’attività politica della senatrice quanto soprattutt­o nel suo ruolo di dirigente della sua azienda. Poi da ottobre 2019 il manager fu convinto a “traslocare” nello staff di La Russa, che però aveva già un nutrito stuolo di assistenti personali. Nonostante le fatture di collaboraz­ione inviate (e pagate) dal Senato, l’attività del dirigente di Visibilia continuava quindi regolarmen­te anche dagli uffici di La Russa a Palazzo Madama, dove lui era tra i membri dello staff ad andare tutti i giorni,

ma per lavorare soprattutt­o a favore della società di Santanchè.

QUESTO AVVENIVA

nonostante il dirigente, da aprile 2020 e almeno sino a novembre 2021, fosse posto in cassa integrazio­ne a zero ore da parte di Visibilia Editore, prima con la causale Covid e poi con altre motivazion­i. Lo attestano le fatture che il manager presentava alle casse di Palazzo Madama, dopo aver ottenuto da un consulente del lvoro un parere secondo il quale i due rapporti profession­ali contempora­nei, quello per la società quotata della senatrice e quello per l’istituzion­e, non presentava­no profili problemati­ci, almeno formalment­e. Poi, a fine novembre dello scorso anno, il manager di Visibilia abbandonav­a il rapporto profession­ale con il gruppo parlamenta­re di Fratelli d’italia.

Contattati dal Fatto, la senatrice di FDI e ministro del Turismo Daniela Santanchè non ha risposto, mentre dallo staff del presidente del Senato Ignazio La Russa hanno fatto sapere che “a tutela della privacy, non comunichia­mo queste informazio­ni”.

Turismo Il dipendente dell’azienda di Santanchè figurava come assistente di segreteria parlamenta­re

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