DALL’ANTICONCEZIONALE PER L’UOMO ALL’ADESIVO CON SOPRA “BABY A BORDO”
Ogni custode moderno del fuoco sacro, della sensitività e della malinconia primigenia, si difende da questa nostra civiltà intesa al successo coltivando la pazienza cordiale e la volontà silenziosa, affinché la sua vita prosegua serrata, e si arricchisca: lentissimamente, ma senza sperperare nulla. E poiché la vita ideale si sviluppa per profondità e modo (essa è tema, è forma), niente di meglio che affidare il nodo delle inquietudini contemporanee alle proprie Pagine di diario.
Gli scienziati non hanno ancora messo a punto una pillola anticoncezionale per l’uomo. Vogliono che sia assolutamente perfetta prima di dare ai cattolici la possibilità di rifiutarsi di usarla.
A che punto dal concepimento un embrione può essere considerato un essere umano? È un problema complesso. Per una mia ex, non eri un essere umano finché non ti aggiungeva nella sua agenda telefonica.
Non capiva le auto con l’adesivo “Baby a bordo” sul lunotto: “Cos’è, dovrei rallentare perché una cogliona una volta s’è scordata il diaframma?”
Non sono contrario al matrimonio in assoluto, sono contrario al matrimonio con donne che hanno molti meno soldi di te. Perché ho scoperto una cosa che ai maschi non viene detta finché non è troppo tardi. Allora. Se un giorno divorzi, devi pagarle gli alimenti. D’accordo. Se poi lei si mette con un altro, puoi smettere di pagarle gli alimenti. D’accordo. Ma se a questo punto lei lo lascia, per la legge italiana tu devi ricominciare a pagarle gli alimenti. D’accordo. Voglio dire: NO! QUESTA È PURA FOLLIA. In Italia il matrimonio è quell’istituto che trasforma un marito nell’inps. Uomini, sposate solo donne più ricche di voi. “Cara, non posso sposarti” “Perché?” “È la legge”. Io ho perso la mia casa nella causa di divorzio. Non il mio divorzio, quello dei miei vicini. Avevano un bravo avvocato.
Proteggere poliziotti seviziatori non aumenta certo la fiducia nelle istituzioni. “È vero che a Genova lei ha picchiato selvaggiamente una ragazza arrestata?” “Credevo fosse già morta!” È gente malata. “Sono colpevole, vostro onore, ma sono anche in erezione”.
Una mia amica, chiamiamola Cristina (anzi, no, è il suo nome vero, chiamiamola Ada. Anzi no, è il suo nome vero, chiamiamola Gea) s’era innamorata di un uomo sposato. Problemi, problemi, problemi: ma il sesso era fantastico, diceva. Ovvio: problemi e piacere sessuale sono collegati. È quello che raccontano, da sempre, letteratura, cinema e teatro. Una storia d’amore è interessante solo se ostacolata da problemi insormontabili, come ben sanno le lettrici di Chi. Prendete la storia d’amore più bella di tutti i tempi. “L’esorcista?”. “No, ‘Giulietta e Romeo’”. “A”. Togliete il conflitto fra Capuleti e Montecchi, e resterete con una storia insulsa, prevedibile come il fallimento di un negozio di tappeti orientali: Giulietta e Romeo si innamorano in quel di Verona, le loro famiglie sono d’accordo, fine. Per fortuna, Shakespeare sapeva che solo un conflitto rivela i personaggi, e solo conoscendo i personaggi la loro vicenda amorosa si fa appassionante. Per questo, più ci sono problemi, più il sesso è fantastico. Infatti, quando l'amante di Gea lasciò la moglie per lei, Gea lo mollò. Lui si disperò, chiese spiegazioni. E Gea: “Shakespeare non vendeva tappeti orientali” (Shakespeare, che ingrato! Scrive 37 commedie e Dio sa quante centinaia di sonetti. E in tutto questo tempo, non una lettera a sua madre).