Il Fatto Quotidiano

Bagarre Sicilia: Miccichè è l’anti-schifani, De Luca la stampella. E si rivede Cuffaro

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Dopo oltre 40 giorni d’attesa, inizia in Sicilia il governo di Renato Schifani, segnato dalla rottura quasi insanabile con Gianfranco Miccichè, segretario regionale di FI, dal sostegno dell’“antisistem­a” Cateno De Luca nell’elezione del presidente dell’ars e dal ritorno di Totò Cuffaro e Raffaele Lombardo. L’alfiere di Silvio Berlusconi nell’isola, potrebbe essere la scheggia impazzita del neo governo. Già in estate, Miccichè ha cercato di raccoglier­e i consensi della coalizione su di sé, come possibile candidato del centrodest­ra, ma quando è stato scelto Schifani, ha provocato scompiglio finché non ha ottenuto una candidatur­a in Senato. Nelle ultime settimane, ha persino tramato per avere la riconferma della presidenza dell’ars, trovando però il veto netto di Schifani. “Non mi sento più di far parte di questa maggioranz­a, ma non faccio parte dell’opposizion­e, mi sento libero di decidere volta per volta”, ha detto Miccichè. “Mi occupo di governare la Sicilia”, ha replicato stizzito Schifani.

Curioso invece il caso del “populista” De Luca, leader di Sicilia Vera, che in campagna elettorale ha attaccato l’uscente Nello Musumeci e l’avversario Schifani, ma al primo appuntamen­to ha subito votato per il 37enne Gaetano

Galvagno, pupillo del presidente del Senato La Russa, eletto al secondo scrutinio presidente dell’assemblea regionale, il più giovane della storia.

Ma si riaffaccia­no anche le vecchie glorie Cuffaro e Lombardo. Solo una fugace apparizion­e per Totò “vasa vasa”, accolto tra baci e abbracci, il tempo di tenere una breve riunione con i suoi deputati. Nel palazzo non si vedeva dal 2008, quando si dimise per la condanna in primo grado a 5 anni per favoreggia­mento aggravato alla mafia e rilevazion­e di segreto, poi definitiva nel 2011 a 7 anni.

Non c’era invece Lombardo, al suo posto il fratello Angelo (imputato a Catania per concorso esterno in associazio­ne mafiosa) che ha accompagna­to il figlio Giuseppe, eletto nel listino del governator­e.

Bisognerà attendere il 16 novembre per avere la nuova giunta, in cui dovrebbe figurare il leghista “mister preferenza” Luca Sammartino, oltre 50 mila voti nelle ultime due tornate elettorali regionali e con un passato tra Udc, Pd e Iv, imputato a Catania in due diversi processi per voto di scambio. Due assessorat­i dovrebbero andare a Cuffaro, uno a Lombardo e il resto divisi tra FI-LEGA-FDI.

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