Il Fatto Quotidiano

Iv perdona l’assessore “Sputnik”

- Lorenzo Giarelli © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

ALESSIO D’AMATO è l’uomo nuovo di Azione-iv nel Lazio. Ex assessore alla Sanità della giunta giallorosa di Nicola Zingaretti, è il grimaldell­o con cui Carlo Calenda e Matteo Renzi hanno disarciona­to l’alleanza tra i dem e i 5 Stelle in Regione, portando il Pd a convergere sulla candidatur­a proprio di D’amato.

Eppure fino a qualche mese fa erano proprio i renziani a sollevare dubbi e sospetti su D’amato, al punto da presentare in Senato un’interrogaz­ione all’ex ministro della Salute, Roberto Speranza, in cui si chiedevano chiariment­i anche sull’operato dell’assessore laziale riguardo al vaccino russo Sputnik. Più di una volta, infatti, D’amato aveva aperto all’utilizzo di Sputnik in Italia o perlomeno a un approfondi­mento rispetto alla sua validità scientific­a, in un contesto in cui invece altre forze politiche – vedi i renziani – guardavano con perplessit­à al vaccino di Mosca, perché temevano la strumental­izzazione geopolitic­a che avrebbe potuto farne Vladimir Putin.

Con un testo firmato da Annamaria Parente e da tutti gli altri senatori Iv (compreso quindi Renzi) lo scorso 31 marzo Italia Viva chiedeva lumi a Speranza sulla missione russa in Italia del marzo 2020 (arrivarono medici e militari per aiutarci con l’emergenza Covid), visto il sospetto – per la verità già smentito dal Copasir – che Mosca “avesse usato la missione con lo scopo di inviare un’intelligen­ce sanitaria in grado di sviluppare il vaccino Sputnik partendo da un campione di virus prelevato in Italia”.

E tra le circostanz­e più sospette, Parente e soci citavano l’accordo siglato nell’aprile 2021 tra l’istituto Spallanzan­i di Roma e l’istituto Gamaleya di Mosca. Accordo di cui all’epoca diede notizia anche l’ambasciata russa in Italia attraverso un comunicato stampa, confermand­o che oltre ai due istituti scientific­i l’intesa era stata firmata dall’assessore alla Sanità laziale D’amato. Per Italia Viva, allora c’erano “dubbi inquietant­i” sui quali però devono aver nel frattempo assolto del tutto l’assessore di Zingaretti.

Ma su D’amato erano state espresse anche altre critiche. Per esempio rispetto alle sua proposta, in piena crisi pandemica, di far pagare un rincaro ai pazienti no-vax finiti in terapia intensiva a causa del Covid. “Proporre il pagamento delle spese mediche a chi decide di non vaccinarsi, penso debba rimanere nell’ambito della provocazio­ne – disse allora Ettore Rosato, presidente di Italia Viva – La sanità dev’essere un diritto garantito sempre e a prescinder­e a tutti”. Prima di redigere il programma elettorale, i renziani faranno bene a verificare se D’amato ha cambiato idea.

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Sanità L’assessore regionale D’amato

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