Il Fatto Quotidiano

Moratti manda messaggi ai dem I sindaci ancora cercano Azione

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Li ha mollati da un giorno all’altro prima delle elezioni del 25 settembre. Ha buttato all’aria un tavolo di mesi in Regione Lombardia, preferendo una fuga in avanti per candidare Letizia Moratti. Ma nonostante questo, c’è un bel pezzo di Pd che ancora considera Carlo Calenda l’interlocut­ore principale. Mentre Moratti fa la sua prima uscita da candidata di Azione-iv, partecipan­do a Milano alla presentazi­one del libro di Claudio Velardi Impression­i di settembre e lisciando il pelo al Pd, i dem sono ancora al palo e qualcuno s’aggrappa a Calenda.

Fabio Pizzul, capogruppo in Lombardia, approfitta del niet di Giuliano Pisapia alla candidatur­a alle Regionali per invitare il partito a “sedersi al tavolo con Moratti”. Altri invece chiedono al leader di Azione di scaricare l’ex sindaca, ma gli tendono lo mano. Ieri i sindaci dem lombardi Giorgio Gori(bergamo), Mattia Palazzi (Mantova), Davide Galimberti (Varese), Luca Galimberti (Cremona), Mauro Gattinoni

SIRENE

LETIZIA CI PROVA: “PARLIAMOCI” AZIONE: “NOI AVANTI CON LEI”

(Lecco), Andrea Furegato (Lodi), Emilio Del Bono (Brescia) – Beppe Sala non è iscritto al Pd – hanno scritto a Calenda: “Siamo i primi a voler discutere e volentieri ci sediamo al tavolo, ma se l’obiettivo è costruire una coalizione che riunisca Pd, terzo polo e forze civiche, serve ripartire senza candidatur­e predefinit­e sul tavolo”. Calenda, però, è netto: “Andiamo avanti con Moratti”.

Per uscire dal guado, oggi il segretario regionale dem Vinicio Peluffo riunirà +Europa, Sinistra Italia e Verdi (niente 5 Stelle, ignorati pure dai sindaci): “Proporrò le primarie di coalizione”. Ma le sirene di Moratti proseguono: “Incontriam­oci, voglio aprirmi con un mondo che fatica ad accettarmi. La mia storia politica è civica, mi ritrovo nell’identità liberale, popolare, nella dottrina sociale della Chiesa e sono coerente ai miei valori”. Moratti elogia Azione e Iv (“qui mi sento a casa”), e manda messaggi al Pd: “Non si vincono le sfide se non si lavora su punti che creano convergenz­e, abbiamo bisogno di accettarci”. Parole di chi sa di poter contare su parecchi ammiratori.

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