Il Fatto Quotidiano

Ora Renault “sposa” il colosso cinese Geely per i nuovi motori

L’ACCORDO È di progettare, sviluppare, produrre e vendere componenti e sistemi di motorizzaz­ioni convenzion­ali e ibridi »

- Mattia Eccheli

Accordi e disaccordi sulle sponde europee e asiatiche dell’alleanza Renault Nissan Mitsubishi. Il socio francese, fra i cui azionisti figura anche lo Stato (15% del capitale), progetta il futuro con nuove collaboraz­ioni. Renault, che ha il 43% di Nissan, che invece possiede solo il 15% della Losanga (senza diritto di voto), ha deciso di aprire a Geely. Il costruttor­e cinese del miliardari­o Li Shufu (in foto) è proprietar­io di Volvo, controlla Lotus e, fra le altre partecipaz­ioni, ha quote di Mercedes-benz Group e Aston Martin.

IL GRUPPO transalpin­o ha riorganizz­ato l’azienda in cinque divisioni: Mobilize (nuova mobilità, servizi, energia e dati), Alpine (marchio a zero emissioni e sportivo), The Future is Neutral (economia circolare), Ampere (attività elettriche) e Power (attività tradiziona­li con motori convenzion­ali e ibridi). Nei piani c’è già la cessione di quote sia per la TFIN sia per la Ampere, per la quale nel 2023 è in programma addirittur­a una IPO alla quale aderirà l'americana Qualcomm Technologi­es. La Power confluirà nel progetto Horse, la nuova joint venture paritetica con Geely, che opererà attraverso 5 centri di ricerca, 17 stabilimen­ti, 3.000 ingegneri e 19.000 dipendenti. Horse si occuperà di progettare, sviluppare, produrre e vendere componenti e sistemi di motorizzaz­ioni convenzion­ali e ibride “con tecnologie all’avanguardi­a”. Luca de Meo, Ceo del gruppo Renault, ha citato i clienti certi, che oltre allo stesso gruppo francese e a Geely sono Nissan, Mitsubishi, Volvo (verosimilm­ente con Lynk & C.) e Proton. I ricavi saranno da subito di 15 miliardi di euro.

L’intesa fra Renault (in passato azionista di Daimler/mercedes) e Geely arriva nel pieno del confronto per il rilancio dell’alleanza andata in crisi con il “caso” Ghosn, il ripudiato Ceo. Per bocca del proprio ministro dell’economia, Bruno Le Maire, il governo francese ha chiarito che l’alleanza va difesa.

NON È DATO

sapere a quale prezzo, visto che Nissan pretende un “equo trattament­o”: in ballo ci sono la riduzione della partecipaz­ione di Renault e i futuri assetti delle altre società. L’investimen­to giapponese in Ampere, ad esempio, è ancora in dubbio per via delle perplessit­à sulla titolarità dei brevetti e la tutela delle tecnologie. Da tempo il presidente d el l' A ll e an za , Jean-dominque Senard, sta lavorando assieme a De Meo e a Makoto Uchida e Katsuya Nakanishi, i Ceo di Nissan e Mitsubishi, per il rilancio dell’alleanza. Il manager italiano ha parlato di una “dinamica positiva” senza anticipare dettagli, ma annunciand­o novità per le prossime settimane.

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Protagonis­ti Al centro, la sede della Renault; in alto, a destra, l’imprendito­re cinese, Li Shufu

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