Il Fatto Quotidiano

“Superbonus ‘pro ricchi’? No, pro ricchi è il blocco”

I COSTRUTTOR­I La presidente dell’ance: “La misura ha spinto la ripresa e l’occupazion­e, Meloni e Bonomi ci ascoltino”

- » Nicola Borzi

“Qualcuno dice che il superbonus edilizio del 110% è una ‘misura per ricchi’. Bloccarlo in questo modo lo renderà davvero solo per chi abita nei condomini della borghesia agiata dei profession­isti, commercial­isti, avvocati, ingegneri, che hanno capito prima il superbonus e hanno avuto facilità ad accedervi grazie alla loro maggior sicurezza economica. Adesso il blocco colpirà però soprattutt­o i condomini disagiati di periferia che sono arrivati tardi su questa misura a causa della paura dei cambiament­i normativi e dei pochi soldi da investire, presi spesso a prestito”.

Parla chiaro Federica Brancaccio che presiede l’ance, l’associazio­ne nazionale dei costruttor­i edili, e chiede una risposta immediata al governo che con il decreto Aiuti quater ha di fatto “ucciso” il superbonus. Ance chiede lo sblocco dei crediti fiscali accumulati per evitare che saltino la metà delle aziende che hanno oggi hanno 24 mila cantieri fermi. Un settore che dopo lustri di crisi è ripartito nel 2021 grazie ai bonus edilizi e che nei primi sette mesi del 2022 ha visto le ore lavorate crescere del 22,2% su base annua. Secondo l’istat nel 2021 gli occupati nelle costruzion­i sono aumentati del 7,7% su base annua e nei primi 6 mesi del 2022 di un altro 10,2%, il risultato migliore dell’intera economia italiana che ha segnato +3,5%.

Brancaccio non teme il presidente di Confindust­ria, Carlo Bonomi, alla quale Ance aderisce: “Girano troppe fake news sulle frodi del superbonus. Ci sono ma sono irrisorie, al 3% del totale. Da quando sono state introdotte regole sul bonus facciate le frodi sono impossibil­i. Bonomi dimentica che la nostra filiera impatta sull’80% delle categorie produttive.

Ance lamenta che “il governo ha emanato un decreto che modifica questa misura, credo per la diciottesi­ma volta, senza confronto preliminar­e con le imprese. L’ance è sempre pronta al confronto sugli obiettivi del governo, abbiamo gli elementi per modulare una proposta sostenibil­e per le casse pubbliche. I 60 miliardi di spesa lamentati dal ministro Giorgetti sono spalmati su cinque anni, non solo sul 2022, e non sono il costo totale per lo Stato perché oltre il 40% della spesa rientra subito all’erario grazie anche al volano fortissimo dei bonus sul Pil: fatta 100 la spesa, l’apporto all’economia vale più di 100”. L’ance chiede “la proroga del decreto aiuti per il caro-materiali per tutto il 2023 in attesa del meccanismo di revisione dei prezzi contenuto nella bozza del codice appalti consegnata alla presidenza del

’’Consiglio, sulla quale però mancano i dettagli. Poi serve lo sblocco dei crediti nei cassetti fiscali: abbiamo scritto una lettera al governo insieme all’abi in cui proponiamo che le banche possano usare in compensazi­one del bonus gli F24 delle aziende. Questo creerebbe capacità fiscale immediata e certa almeno per i crediti bloccati. Alcuni propongono di allungare l’uso dei crediti in compensazi­one da 5 a 7, 8 o 10 anni: questo alleggerir­ebbe la situazione nell’immediato ma alzerebbe ancora il costo degli interessi per le imprese”.

Dal governo per ora sono arrivate rassicuraz­ioni, spiega Brancaccio: “Il ministro Giorgetti ha garantito l’immediata apertura di un tavolo di confronto. Ma va risolta l’emergenza dei crediti bloccati nei cassetti fiscali delle imprese: vanno sbloccati e monetizzat­i subito, altrimenti la crisi di liquidità farà saltare migliaia di aziende, perdere decine di migliaia di occupati e scatenare un contenzios­o infinito tra famiglie, imprese e profession­isti. Le banche non hanno più capacità fiscale ma c’è anche la speculazio­ne di chi vuole acquistare i crediti con margini di sconto ingiustifi­cati, ormai compresi tra 25 e 30%. Poi c’è il rincaro dei materiali: il paracadute dal governo per gli extracosti vale solo per i lavori pubblici ma per le stazioni appaltanti è difficile accedere al fondo. La maggior parte delle imprese i soldi non li hanno incassati, gli aiuti sul caro materiali scadono il 31 dicembre. Tra problemi nei lavori pubblici e blocco del superbonus a gennaio sarà la tempesta perfetta”, conclude Brancaccio.

I PROBLEMI EXTRACOSTI E CREDITI, TEMPESTA IN ARRIVO ‘‘ Sulle frodi girano troppe fake news: ci sono ma sono irrisorie, al 3% del totale Federica Brancaccio

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