Il Fatto Quotidiano

“La lotta alla mafia è diventata una palude”

- Saul Caia

“Sento il bisogno di non lasciare soli Alfredo Morvillo e Salvatore Borsellino, condivido il loro appello, è un dovere mandare un messaggio quando c’è il pericolo che prevalga la palude. Ho la percezione che l’impegno di contrasto alla mafia possa diventare una palude”. Quarantott­o ore dopo le parole di Morvillo, fratello di Francesca morta insieme al marito Giovanni Falcone, anche l’ex sindaco di Palermo Leoluca Orlando interviene sulla “presenza di alcune figure” all’intitolazi­one dell’aula bunker a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

Lei non c’era sabato.

Non mi hanno invitato, pur essendo il sindaco che ha costruito l’aula bunker. Ma apprezzo che l’anm l’abbia intitolata ai due giudici.

Sarebbe andato?

No.

C’erano Roberto Lagalla e Renato Schifani, legittimam­ente. Sono il sindaco di Palermo e il presidente della Regione. Tutti abbiamo assistito alla singolare condizione che il il nome di Lagalla sia stato indicato da persone che non hanno un ruolo politico e condannate per mafia (Cuffaro e Dell’utri, ndr), e dopo la presidente Meloni ha ritirato il suo candidato, stesso cosa fatta da Salvini e Forza Italia. Senza che Lagalla dicesse che non aveva rapporti, o ne prendesse le distanze. Posso almeno inquietarm­i?.

Però Cuffaro e Dell’utrihanno scontato la condanna...

Il problema etico è questo, la stessa politica che tuona contro il reddito di cittadinan­za dato a familiari di condannati per mafia, chiedendon­e la revoca, non si indigna e accetta che condannati per mafia scelgano i candidati.

Il centrosini­stra ha scelto un

figura legata all’antimafia. Credo che sia inopportun­o candidare i familiari delle vittime quando si scelgono soltanto se si perdono le elezioni, è singolare che tu scopri che esistono quando sai di perdere.

Il Pd avrebbe scelto Caterina Chinnici sapendo di perdere?

È stata immolata per questo. Non è un buon tributo alla memoria e all’antimafia.

Il registra Franco Maresco dice che Palermo e la Sicilia hanno perso un’occasione, dopo le stragi c’è stata una reazione, ma con il tempo l’opinione pubblica si è “desensibil­izzata”, e la “coscienza antimafia è solo retorica e fiction”.

Oggi un dato è certo, nessuno si permette di negare l’esistenza della mafia, però non c’è piena consapevol­ezza che la mafia non sia un semplice reato, il 416bis, ma un sistema di potere criminale e culturale. L’appello di Morvillo e Borsellino è proprio questo, dicono state attenti, perché c’è il rischio che si faccia memoria nell’oblio, senza interrogar­si su cos’è oggi la mafia. La mafia non spara più e non governa Palermo, ma la preoccupaz­ione è che possa tornare a formarsi un blocco sociale che porti questa cultura a comportars­i come se comandasse o addirittur­a a governare.

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Veterano Leoluca Orlando

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