Fagioli Nato nello stesso giorno di Kvara, per Allegri era troppo inesperto per giocare
Alzi la mano chi non ha mai sentito parlare in questi giorni di Nicolò Fagioli, il giovane centrocampista bianconero che nel finale di Lecce-juventus 0-1 (29 ottobre) e di Juventus-inter 2-0 (6 novembre) ha regalato con due prodezze due vittorie alla Juve, provvidenziali dopo il disastro Champions e l’avvilente avvio in campionato. “Fagioli e gli altri: la Signora sarà salvata dai ragazzini?”, titolò la Gazzetta dopo Lecce. E dopo l’inter: “È soltanto un caso o da quando c’è Fagioli è tutta un’altra Juve?”. Fagioli dunque. Che per Allegri era troppo giovane e che in squadra ha trovato posto solo per la strage di infortuni abbattutasi sul club: fino a Lecce, Fagioli aveva giocato 7 minuti a Firenze, 28 con la Salernitana e 4 a Monza, 39 in tutto. Troppo giovane: vuoi mettere gli esperti Mckennie e Paredes con i loro stipendi milionari?
Ebbene: sapete quand’è nato Fagioli? Il 12 febbraio 2001. Lo stesso giorno, mese e anno in cui è nato, a Tbilisi invece che a Piacenza, Kvaratskhelia, l’attaccante georgiano giunto a Napoli da assoluto carneade ma mandato
in campo da Spalletti subito. Sempre presente in Serie A prima della lombalgia che lo ha fermato alla 13^, in 12 partite Kvara ha firmato 6 gol e 5 assist; in Champions ha preso parte a 5 match su 6 con 2 gol e 3 assist. Ricapitolando: anche se Kvara ha la stessa età di Fagioli, Spalletti – che sa di avere tra le mani il Meroni del Duemila – non ha esitato a gettarlo nella mischia pur sapendo di consegnarlo alla gragnola di botte delle difese avversarie, cosa puntualmente avvenuta senza che Kvara peraltro s’impaurisse. E dunque: di quale gioventù stiamo parlando? È mai possibile che nel 2022 un calciatore di 21 anni e nove mesi, l’età di Fagioli e di Kvara, sia considerato in Italia da molti club e molti allenatori acerbo, immaturo o per dirla con la Gazzetta un “ragazzino”? Allegri sta trattando come un poppante persino Gatti, pescato in B a suon di milioni: schierato sin qui solo contro Spezia, Monza e Lecce più due volte in Champions. Bene: sapete quanti anni ha l’“acerbo” Gatti? Ventiquattro e mezzo. In Milan-juventus 2-0, con Gatti in panchina come d’abitudine, nel Milan giocavano Kalulu e Tonali, 22 anni, Gabbia, Brahim Diaz, Pobega e Leao (23); De Ketelaere (21) subentrò a partita in corso e se Saelemaekers (23) non fosse stato infortunato in campo avremmo visto pure lui; senza dire di Tomori e Bennacer, colonne del Milan di Pioli, 24 anni proprio come Gatti. Ancora: quando Allegri regalò al difensore il sospirato esordio in Champions, a Lisbona, il Benfica mandava in campo cinque più giovani: il 19enne Antonio Silva, difensore, autore del gol dell’1-0; Gonçalo Ramos e Enzo Fernandez, 21 anni, protagonisti in Champions già la stagione scorsa; Florentino, 23 anni e Bah, 24.
Invece da noi succede che Fagioli, talento vero, paracadutato in campo per puro caso e solo causa emergenza-infortuni, segni due gol che miracolano la Juve per poi sentire il suo allenatore dire in tv: “È normale che (Fagioli) ha fatto un percorso dove si è un po’ imbastardito nel ruolo. Credo che il suo ruolo sia giocare davanti alla difesa perché ha tecnica, ma deve impararlo quel ruolo perché non l’ha mai fatto, ogni tanto va in giro per il campo” (dopo Lecce-juve, sic); e ancora: “Sta facendo bene ma va lasciato tranquillo perché poi arriverà il momento in cui giocherà meno, giocherà meno bene” (dopo Juve-inter, doppio sic). Non è un paese per vecchi, diceva il titolo di quel film. Per Allegri, nemmeno per giovani.