Guerra sulle deleghe, Urso si tiene le Tv
Il governo Meloni non lavora ancora al completo: la maggior parte dei viceministri e sottosegretari non ha ancora le deleghe assegnate. Solo a Maurizio Leo, viceministro all’economia e di fatto il principale consigliere della premier sui temi economici, è stata già affidata (con decreto del presidente della Repubblica) la delega al Fisco rendendolo un ministro delle Finanze de facto .È stato lui a scrivere la parte fiscale della legge di Bilancio ed è stato lui che – in maniera inusuale – si è presentato in conferenza stampa con Meloni e Giancarlo Giorgetti per presentarla. Matteo Salvini invece ha deciso di dare la delega al mare e ai porti a Edoardo Rixi, ma non è stata ancora ufficializzata. Tutti gli altri, al momento, restano sguarniti: i ministri stanno decidendo. Anche perché è in cor
una guerra sotterranea tra i partiti della maggioranza per prendersi le deleghe principali.
FRATELLI D’ITALIA
sembra voler fare il pieno e prendersi i dossier più importanti. La partita più scottante politicamente si sta giocando al ministero della Giustizia dove Carlo Nordio è stato affiancato dal meloniano Andrea Delmastro Delle Vedove e dal leghista Andrea Ostellari che devono mitigare le sue posizioni “ipergarantiste”, oltre al viceministro forzista Francesco Paolo Sisto. Quest’ultimo dovrebbe avere la delega alle professioni (è avvocato), al digitale e ai fondi del Pnrr mentre Delmastro e Ostellari si stanno scontrando per avere quelle che riguardano le carceri: in particolare il trattamento dei detenuti, l’edilizia carceraria, personale e risorse. Sia Delmastro che Ostellari sulle carceri hanno posizioni molto diverse da quelle del garantista Nordio: se il ministro ha sempre sostenuto i provvedimenti “svuota carceri” e le depenalizzazione di diversi reati, la soluzione per Lega e FDI è quella di costruire nuovi penitenziari. Chi avrà quella delega lavorerà fianco a fianco al nuovo responsabile del Dap (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria) che il governo deve ancora scegliere.
AL MINISTERO DELLE IMPRESE
e del Made in Italy – il vecchio Mise – il meloniano Adolfo Urso ha deciso di tenersi le deleghe più pesanti senza cederle ai sottosegretari: Urso avrà quella allo Spazio (già ufficializzata nell’ultimo Consiglio dei ministri) che vale 2,3 miliardi del Pnrr, ma anche quella alle Politiche industriali e soprattutto quella alle Telecomunicazioni. Un modo per tenere lontano il viceministro di Forza Italia Valenso tino Valentini dalle televisioni che interessavano a Silvio Berlusconi. Valentini, che ha da sempre ottimi rapporti con la Russia, dovrà accontentarsi delle deleghe internazionali rimaste in capo al Mimit: si occuperà delle Camere di commercio e di lotta alla contraffazione. Il leghista Massimo Bitonci invece avrà le deleghe agli incentivi fiscali, alla Concorrenza e alla Transizione 4.0. Con le Telecomunicazioni, Urso si occuperà di uno dei dossier chiave delle prossime settimane: quello di Tim e della rete unica. Al ministero degli Esteri, invece, nelle prossime ore Antonio Tajani dovrebbe affidare le deleghe ai sottosegretari. Il viceministro Edmondo Cirielli avrà quelle alla Cooperazione e ai Rapporti bilaterali con l’africa (fondamentale per il dossier immigrazione), Giorgio Silli agli italiani nel mondo e Maria Tripodi alla promozione della lingua italiana.