ERDOGAN & C.: AGLI AMICI “TERRORISTA” NON SI DICE
Il voto Doppia morale: l’europarlamento contro Mosca e si scorda delle bombe turche sui curdi
Il Parlamento europeo ritiene la Russia “uno Stato sponsor del terrorismo” e chiede di “aumentare significativamente il supporto politico, economico, finanziario e militare all’ucraina”. Ed è impossibile liquidare come una semplice risoluzione di condanna all’invasione di Mosca la risoluzione approvata ieri a larghissima maggioranza a Bruxelles. Le parole contenute nel testo, oltre a non parlare mai di negoziati, invitano infatti esplicitamente gli Stati membri a proseguire a oltranza con gli aiuti militari a Kiev. Abbastanza per provocare la presa di distanza del M5S, che si astiene, e per spaccare il Pd, che un po’ non vota, un po’ si astiene e un po’ vota a favore della risoluzione. Alla fine i favorevoli sono 494, i contrari 58 e gli astenuti 44. La risoluzione contiene una lunga lista di premesse secondo le quali la Russia è definibile “uno Stato sponsor del terrorismo”. Si cita l’invasione dell’ucraina, ma pure gli abusi delle forze armate russe sui civili, la “crisi alimentare globale” provocata dal blocco dei porti e i “finanziamenti a regimi”, come quello di Assad. Da qui l’invito a continuare con le armi finché il nemico non sarà ricacciato. La destra e i centristi di Azione-iv sono compatti per il sì. Il M5S è il primo a sfilarsi. Il perché lo spiega la capo delegazione Tiziana Beghin: “Nonostante non sia in discussione il nostro sostegno all’ucraina, una risoluzione con questi toni non è funzionale a un negoziato di pace. Se il Parlamento vuole dimostrare di perseguire la pace, non può farlo con una risoluzione così. Non una volta viene citata la parola ‘pace’, è una risoluzione che vuole portare avanti il conflitto”. E così gli eurodeputati 5S – oltre a Beghin ci sono Sabrina Pignedoli, Laura Ferrara, Mario Furore e Maria Angela Danzì – si astengono, assistendo dai propri banchi a un’altra giornata di ordinaria follia dem. Il gruppo Pd va in ordine sparso. Il capogruppo Brando Benifei dà la linea dicendosi a favore, seguito dalla vicepresidente del Parlamento Pina Picierno: “Oggi il Parlamento europeo – dice lei – ha dichiarato che la Russia è uno Stato che sponsorizza il terrorismo e usa metodi terroristici. Un voto importante che ci vede ancora una volta schierati con nettezza con l’ucraina e per lo Stato di diritto”.
MA TRE EURODEPUTATI
della delegazione dem si dissociano votando contro la risoluzione. Si tratta di Massimiliano Smeriglio, Pietro Bartolo e Andrea Cozzolino (a cui si unisce l’ex leghista Francesca Donato). Smeriglio motiva il suo “no” con argomentazioni simili a quelle dei 5 Stelle: “Indicare la Russia come Paese terrorista è un punto di non ritorno, che allontana invece di avvicinare una soluzione politica. Così facendo in campo rimane solo l’opzione militare”. Fuori dal Parlamento, arriva anche la voce di Maurizio Acerbo: “Classificare la Russia come Stato terrorista significa scegliere la via della guerra a oltranza. La risoluzione chiude le porte alla trattativa”. A completare la spaccatura dem, a Bruxelles, c’è anche una pattuglia Pd, che