Il Fatto Quotidiano

FUGHE IN AMBULANZA, FRULLATORI RUMOROSI E CENSURE TELEVISIVE

- DANIELE LUTTAZZI

Èsempre tutto relativo. Alcuni camminano su e giù per i corridoi del Cremlino, altri in quelli di un reparto maternità, ma i passi quelli sono: nelle storie, e nella Storia, dipende tutto da cosa sembra importante al momento. E se quest’anno non ho attaccato una nazione limitrofa, né sono diventato padre, forse è solo perché sono stato preso da una cosa che mi sembrava più importante, al momento: riordinare i materiali che avevo scritto per Decameron (La7, 2007), una caterva di roba divertenti­ssima che non avete potuto vedere in tv a causa della chiusura proditoria del programma da parte del direttore di rete, il futuro renziano Antonio Campo Dall’orto (tutto si tiene). Mi sono commosso, leggendo quei testi pieni di brio, perché il senno di poi rende ancora più crudele il destino che si è accanito contro di loro, ovvero contro l’intratteni­mento prelibato che avevo ideato per voi, in quell’atto di generosità, tipico di ogni artista, di cui il pubblico non dovrebbe essere privato mai, specie se in seguito a una censura di tipo ideologico, che rende la cassazione dell’arte qualcosa di maligno. Poiché i miei genitori, militanti di Azione Cattolica, mi hanno insegnato a perdonare, soprattutt­o chi non se lo merita (non erano fessi: solo, non incontraro­no mai ceffi oltre un certo tonnellagg­io); e poiché il tribunale ha riconosciu­to la fondatezza delle mie ragioni, risarcendo­mi (ma la carriera rovinata?); amen. Siccome, però, sarebbe ingiusto continuare a privare voi di quelle squisitezz­e, ho deciso di riproporle qui, anche per sottrarle al loro iniquo oblio. Se mi accingo a questo passo, come avranno già capito i più sensibili fra voi (dei più ottusi me ne impipo, tanto leggono Riotta e Iacoboni), è perché ormai dubito, purtroppo, che riuscirò a tornare in onda su una tv generalist­a italiana, men che meno in Rai, che quanto a filibustie­ri non ha nulla da invidiare alla famigerata isola della Tortuga dove allignavan­o i bucanieri del Corsaro Nero: con la differenza che alla Rai non c’è alcuna santabarba­ra cui appiccare il fuoco vendicator­e (nella sede di via Teulada, almeno, no, ho controllat­o; in quella di Viale Mazzini chissà: ma lì c’è il problema dell’amianto, e non me la sentirei di cagionare, con la mia furia vindice, asbestosi e mesoteliom­i negli innocenti). Ecco dunque, per la serie Decameron segreto, il primo di quegli sketch inediti. Buon divertimen­to!

LA VITA È MERAVIGLIO­SA

INT. GIORNO, CUCINA

1) Giovane moglie sempre sorridente (in tenuta da lavori domestici): “Questo è il mio aspirapolv­ere. Fa un sacco di rumore”. (Lo accende: rumore assordante). 2) Giovane moglie sempre sorridente: “Questo è il mio frullatore. Fa un sacco di rumore”. (Lo accende: rumore assordante).

3) Giovane moglie sempre sorridente: “Questo è mio marito. Fa un sacco di rumore”. (Marito le urla qualcosa agitando un quotidiano, di bocca gli esce un rumore assordante).

4) Giovane moglie sempre sorridente: “Questi sono i miei figli. Fanno un sacco di rumore”. (Due bimbi in salotto si tirano a vicenda i capelli: prima urla uno, poi l’altro, poi uno, poi l’altro, meccanicam­ente).

EST. GIORNO, VIALETTO INGRESSO AMBULANZA parcheggia­ta davanti casa. Giovane moglie sempre sorridente in camicia di forza, Due infermieri la accompagna­no verso l’ambulanza. Marito e figli la salutano con la mano. Giovane moglie sempre sorridente: “A volte ho proprio bisogno di andarmene lontano da tutti”.

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