FUGHE IN AMBULANZA, FRULLATORI RUMOROSI E CENSURE TELEVISIVE
Èsempre tutto relativo. Alcuni camminano su e giù per i corridoi del Cremlino, altri in quelli di un reparto maternità, ma i passi quelli sono: nelle storie, e nella Storia, dipende tutto da cosa sembra importante al momento. E se quest’anno non ho attaccato una nazione limitrofa, né sono diventato padre, forse è solo perché sono stato preso da una cosa che mi sembrava più importante, al momento: riordinare i materiali che avevo scritto per Decameron (La7, 2007), una caterva di roba divertentissima che non avete potuto vedere in tv a causa della chiusura proditoria del programma da parte del direttore di rete, il futuro renziano Antonio Campo Dall’orto (tutto si tiene). Mi sono commosso, leggendo quei testi pieni di brio, perché il senno di poi rende ancora più crudele il destino che si è accanito contro di loro, ovvero contro l’intrattenimento prelibato che avevo ideato per voi, in quell’atto di generosità, tipico di ogni artista, di cui il pubblico non dovrebbe essere privato mai, specie se in seguito a una censura di tipo ideologico, che rende la cassazione dell’arte qualcosa di maligno. Poiché i miei genitori, militanti di Azione Cattolica, mi hanno insegnato a perdonare, soprattutto chi non se lo merita (non erano fessi: solo, non incontrarono mai ceffi oltre un certo tonnellaggio); e poiché il tribunale ha riconosciuto la fondatezza delle mie ragioni, risarcendomi (ma la carriera rovinata?); amen. Siccome, però, sarebbe ingiusto continuare a privare voi di quelle squisitezze, ho deciso di riproporle qui, anche per sottrarle al loro iniquo oblio. Se mi accingo a questo passo, come avranno già capito i più sensibili fra voi (dei più ottusi me ne impipo, tanto leggono Riotta e Iacoboni), è perché ormai dubito, purtroppo, che riuscirò a tornare in onda su una tv generalista italiana, men che meno in Rai, che quanto a filibustieri non ha nulla da invidiare alla famigerata isola della Tortuga dove allignavano i bucanieri del Corsaro Nero: con la differenza che alla Rai non c’è alcuna santabarbara cui appiccare il fuoco vendicatore (nella sede di via Teulada, almeno, no, ho controllato; in quella di Viale Mazzini chissà: ma lì c’è il problema dell’amianto, e non me la sentirei di cagionare, con la mia furia vindice, asbestosi e mesoteliomi negli innocenti). Ecco dunque, per la serie Decameron segreto, il primo di quegli sketch inediti. Buon divertimento!
LA VITA È MERAVIGLIOSA
INT. GIORNO, CUCINA
1) Giovane moglie sempre sorridente (in tenuta da lavori domestici): “Questo è il mio aspirapolvere. Fa un sacco di rumore”. (Lo accende: rumore assordante). 2) Giovane moglie sempre sorridente: “Questo è il mio frullatore. Fa un sacco di rumore”. (Lo accende: rumore assordante).
3) Giovane moglie sempre sorridente: “Questo è mio marito. Fa un sacco di rumore”. (Marito le urla qualcosa agitando un quotidiano, di bocca gli esce un rumore assordante).
4) Giovane moglie sempre sorridente: “Questi sono i miei figli. Fanno un sacco di rumore”. (Due bimbi in salotto si tirano a vicenda i capelli: prima urla uno, poi l’altro, poi uno, poi l’altro, meccanicamente).
EST. GIORNO, VIALETTO INGRESSO AMBULANZA parcheggiata davanti casa. Giovane moglie sempre sorridente in camicia di forza, Due infermieri la accompagnano verso l’ambulanza. Marito e figli la salutano con la mano. Giovane moglie sempre sorridente: “A volte ho proprio bisogno di andarmene lontano da tutti”.