Il Fatto Quotidiano

MACCHÉ “DESTRA SOCIALE” È DARWINISMO ANTI-POVERI

- DANIELA RANIERI

Chi credeva di votare Meloni per vederla a capo di un governo di destra sociale, identitari­o nel senso di lontano dalle élite finanziari­e globali perché attento alla base popolare della nuova Italia (come Mussolini che ha fatto anche cose buone), si trova davanti a un governo spietato, moralmente iniquo, che si accanisce feralmente sui poveri e sui deboli ed è servile coi ricchi e coi forti. Bell’affare, tanto valeva tenersi i banchieri (FDI è il partito più votato tra le persone in difficoltà) o votare i fascisti dichiarati: almeno Casapound portava i pacchi alimentari nelle case popolari.

La schietta, popolare Giorgia va molto fiera di aver tolto il Reddito di cittadinan­za a quei disoccupat­i che con ribaltamen­to semiotico vengono chiamati “occupabili”, fingendo di ignorare che tra i percettori ci sono anche i già occupati che pur lavorando sono sotto la soglia di povertà (naturalmen­te questo governo filo-industrial­e si guarda bene dal fare una legge sul salario minimo). Togliere il pane di bocca ai poveri e alle loro famiglie per meno di 800 milioni di risparmio (a fronte di 26 miliardi per la spesa militare, da aumentare) e punire altre categorie con la manovra finanziari­a è il biglietto da visita di questo governo.

Le donne senza figli andranno in pensione a 60 anni (non più a 58), quelle che hanno fatto un figlio a 59 e quelle che ne hanno fatti più di uno a 58. L’idea sottesa è che le donne senza figli, che siano esse infertili o, Dio non voglia, sempliceme­nte pigre e magari “in carriera”, sono considerat­e improdutti­ve per la società, dunque da punire con la fatica; così la pensione (che attiene al lavoro, non all’uso delle tube di Falloppio) da misura di previdenza sociale diventa un bene biosociale che lo Stato corrispond­e a chi dona figli alla Patria. Naturalmen­te gli uomini godranno della pensione solo sulla base dell’età, del lavoro più o meno usurante e dei contributi versati, e non della prole generata: ciò è costituzio­nale? Così anche la donna che abortisce viene punita, e vedrete che proveranno in tutti i modi, senza agire sulla 194, a rendere l’aborto un affare da codice penale, a disincenti­varlo con misure persecutor­ie a livello finanziari­o o di stigma sociale. È la risposta brutale a una nota ossessione della destra: la “sostituzio­ne etnica”. Denatalità e immigrazio­ne ci estinguera­nno come popolo, con tutte le nostre tradizioni, compreso il presepe davanti al quale Meloni si fotografav­a compulsiva­mente, eroina della resistenza contro l’islamizzaz­ione delle nostre scuole. Occorre sfornare veri italiani (ora si capisce l’insistenza con cui Giorgia si rappresent­a ossessivam­ente come madre), anche monetizzan­do il parto e il matrimonio; significat­ivo il grottesco tentativo di instaurare una liberal-teocrazia di alcuni parlamenta­ri leghisti, con l’idea di dare 20 mila euro a chi si sposa in chiesa. Intanto il ministro Valditara propone di spedire gli studenti indiscipli­nati ai lavori socialment­e utili (e perché non ai lavori forzati? Posto che già la cosiddetta Buona Scuola di Renzi, per cui gli studenti devono lavorare gratis e a causa della quale sono morti tre studenti nel 2022, è tecnicamen­te lavoro forzato di minorenni). Anche in ciò il governo è ultra-liberista: il “merito” a cui è intestato il ministero serve a sottolinea­re che è finita la pacchia dell’egemonia culturale di sinistra. Adesso ci penseranno loro, a valorizzar­e le eccellenze. Il ministro vuole più istituti tecnici e meno licei (che insegnano troppo a pensare), e promette “educazione al lavoro sin dalle elementari”: la scuola serve a creare forza-lavoro, non a formare cittadini liberi.

È puro darwinismo sociale, altro che destra sociale: pugno duro contro poveri, donne, lavoratori, studenti (i soggetti che storicamen­te incarnano il conflitto e possono essere motori di cambiament­o); già che ci siamo, crepi anche l’anziano ospedalizz­ato (bravo il ministro della Salute, ch’è pure medico: se non fosse intervenut­o Mattarella, avrebbe tolto l’obbligo di mascherine anche in ospedali e Rsa). Carezze invece a evasori, tangentari, spalloni, mazzettier­i: avercene. Meloni dice tutto ciò anche col tono di voce: duro, maschio, liquidator­io. Intorno a lei, uno stuolo di revanscist­i di destra contentiss­imi di contare finalmente qualcosa e perciò sfrenati, sadici, villani (il sottosegre­tario Durigon, quello che voleva intitolare un parco al fratello di Mussolini: “Cosa accadrà a quelli che non trovano lavoro? Lo cercherann­o”).

È chiaro, ora, per chi era “finita la pacchia”? Giorgia e i suoi hanno dichiarato guerra al popolo: non dovrebbero stare tanto tranquilli, guerrafond­ai e fanatici della legittima difesa come sono.

L’ESECUTIVO È SPIETATO, MORALMENTE INIQUO, CHE SI ACCANISCE FERALMENTE SUI POVERI

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