Gerusalemme, due bombe nelle stazioni dei bus: ucciso uno studente di 16 anni
Un déjà-vu che non promette nulla di buono ha ricordato alla distratta opinione pubblica internazionale che il conflitto israelo-palestinese continua a mietere vittime. Dopo sei anni, Gerusalemme è stata teatro di due esplosioni che hanno ucciso un adolescente israeliano e ferito almeno altre 18 persone, tra le quali due cittadini americani, durante l’ora di punta di ieri mattina. Gli attentati, causati da ordigni lasciati dentro a dei sacchi presso due fermate dell’autobus, riportano alla memoria le terribili immagini dei civili dilaniati durante la Seconda Intifada mentre attendevano i mezzi pubblici per recarsi a scuola o al lavoro. Questa volta la persona uccisa è un giovane studente ortodosso di una yeshiva, Aryeh Schupak, 16 anni. Un possibile effetto, non collaterale, di questi atti terroristici – finora non rivendicati – è che il futuro premier, Benjamin Netanyahu, incaricato di formare il nuovo governo, dovrà assecondare le esigenti richieste dei leader del partito sionista religioso di estrema destra, in primis Itamar Ben-gvir, grazie a cui il suo fronte ha ottenuto la maggioranza alle elezioni del mese scorso. Paradossalmente,
dopo questi attentati, c’è la possibilità che vedremo salire al potere il governo più di destra e più anti palestinese della storia di Israele. Dietro le deflagrazioni c’è la crescente rabbia palestinese contro la violenza in Cisgiordania dei coloni, di cui il partito religioso sionista arrivato terzo alle ultime elezioni è il protettore, e l’assedio di Gaza. Dalla scorsa primavera sta montando un’ondata di violenza con attacchi, rappresaglie e contro-rappresaglie. Questi incidenti hanno portato l’esercito israeliano a intensificare i raid contro il campo profughi di Jenin in Cisgiordania, organizzando una campagna che ha causato la morte di oltre 100 palestinesi e provocato un ampliamento della resistenza: la scorsa settimana un palestinese ha ucciso tre coloni. La crescente violenza in Cisgiordania, unita agli sforzi israeliani per sfrattare più di 1.000 palestinesi dalle loro case, ha ulteriormente aggravato la situazione. Se Ben-gvir ottenesse da Bibi Netanyahu il ministero della Pubblica sicurezza, che gli darebbe il controllo della polizia, Gerusalemme tornerà a essere una polveriera.