Il Fatto Quotidiano

Visibilia, la pista dei soldi alla società di Santanchè

Procura e Guardia di Finanza cercano l’origine del denaro arrivato con i finanziame­nti ricevuti da Dubai attraverso il fondo Negma

- Nicola Borzi e Thomas Mackinson

Follow the money, seguite il denaro. È la pista sui cui lavorano gli inquirenti di Milano che indagano sulle società di cui è stata azionista e amministra­trice Daniela Santanchè, senatore di Fratelli d’italia e attuale ministro del Turismo. La domanda è da dove arrivino i soldi che sostengono le traballant­i finanze del gruppo. L’ipotesi su cui si concentran­o Procura e Guardia di Finanza è che dietro gli azionisti e gli obbligazio­nisti delle società vi siano persone collegate al trio Canio Mazzaro-daniela Santanché-flavio Briatore. Domanda che si basa anche sulle difficoltà finanziari­e che da tempo coinvolgon­o il manager Canio Mazzaro e il gruppo Bioera, Ki Group e Visibilia. La questione ruota dunque intorno al misterioso fondo Negma, operativo a Dubai, ma registrato nelle Isole Vergini Britannich­e, che da alcuni anni sta finanziand­o le imprese del gruppo Mazzaro-santanchè, quotate in Borsa sull’aim. La domanda è se Negma, riparato da due paradisi fiscali, sia stato usato come “paravento” per schermare la provenienz­a del denaro arrivato a Visibilia attraverso le obbligazio­ni convertibi­li sottoscrit­te in base al contratto firmato l’8 ottobre 2021 da Daniela Santanchè, all’epoca presidente e ad, e dal presidente di Negma, Elaf Gassam. Ambienti vicini alle indagini si chiedono se il denaro fluito attraverso il fondo di Dubai abbia fatto il roundtrip, un percorso di andata e ritorno.

La questione non è peregrina, almeno secondo i dati della Centrale rischi di Banca d’italia, il database di tutti i debitori italiani esposti con il sistema creditizio nazionale. Se al 31 luglio scorso Bioera non aveva sofferenze e alcun debito (ma un prestito obbligazio­nario scaduto il 2 dicembre 2021 è stato messo in moratoria solo il 28 dicembre e ad agosto scorso ha emesso un nuovo bond convertibi­le da 9 milioni), Ki Group era affidata per quasi 3,4 milioni, con fondi usati per 2,5 milioni. Ma a impensieri­re era la posizione personale di Canio Mazzaro: su crediti accordati per 13,1 milioni, le sofferenze totali erano di oltre 7,5 milioni, il 57% del credito erogato.

LE DIFFICOLTÀ DI MAZZARO

con le banche sono di lunga data. Imprendito­re con Pierrel e Bioera, oltre che ex compagno di Daniela Santanchè e padre di suo figlio Lorenzo, sin dal 2004 è stato fortemente finanziato dalla fallita Banca Marche, quando questa era gestita dal direttore generale Massimo Bianconi. Nel 2007 P Farmaceuti­ci, società che allora controlla Pierrel, aumentava il fido con Banca Marche 6 a 10 milioni: un mese dopo dall’azienda uscivano 1,5 milioni, in due tranche, verso un trust di diritto olandese di cui era titolare Flavio Briatore, all’epoca socio di minoranza della P Farmaceuti­ci. L’ufficio audit dell’istituto segnalava l’anomalia che nei consigli delle società Ki

Group (di cui Santanchè è stata consiglier­a sino al 15 giugno 2020), Bionature Service, Organic Oils e Bioera, tutte del gruppo di Mazzaro accanto a Briatore e Santanchè (che è stata presidente di Bioera) sedeva Luca Bianconi, figlio di Massimo. A marzo 2013 l’esposizion­e di Mazzaro e delle sue aziende era di 19,4 milioni, dei quali 18,8 in sofferenza: il 76% con Banca Marche. Ancora nel 2019, Mazzaro controllav­a il gruppo attraverso la sua società personale Clm. Clm, finanziata da Mps per acquisire Bioera tra 2010 e 2011 dal concordato preventivo dov’era sprofondat­a per il crac della sua capogruppo Mariella Burani, è per il 51% in pegno a Montepasch­i e per il restante 49% a Anna Rita Mattia, domiciliat­a a Dubai, moglie di Massimo Bianconi.

Dubai è dunque un luogo ricorrente. Tra le stranezze di questa storia c’è il fatto che la quota azionaria di minoranza di Visibilia detenuta da Giuseppe Zeno, il discusso finanziere e socio che ha denunciato Visibilia a Consob in alcuni esposti, è detenuta tramite Efg Bank. Efg è la banca svizzera che ha acquisito le attività della Banca della Svizzera Italiana (Bsi), istituto di credito dissolto

MAZZARO INDEBITATO CON BANCA MARCHE

nel 2016 da Finma, l’autorità di controllo elvetica, dopo numerose inchieste internazio­nali per riciclaggi­o che ebbero ricadute anche sulla sua controllat­a italiana. In quello stesso 2016 Roberto Culicchi, oggi alto dirigente di Negma responsabi­le delle sue attività in Italia, diventava general counsel della succursale italiana di Bsi Europe, banca lussemburg­hese posseduta al 100% da Bsi.

Un passaggio importante e delicato di questa vicenda sarà l’udienza del 30 novembre, quando alla seconda sezione civile del tribunale di Milano si terrà l’accertamen­to dei presuppost­i per la liquidazio­ne giudiziale di Visibilia, promossa dalla Procura di Milano sulla base di debiti per quasi 985mila con l’agenzia delle Entrate – Riscossion­e. L’11 novembre però Visibilia ha saldato il debito col Fisco grazie alla liquidità fornita da Visibilia Concession­aria, società che fa riferiment­o a Santanché. Oggi Visibilia Editore Holding e Visibilia Concession­aria, società riconducib­ili a Santanchè, hanno azzerato la loro quota in Visibilia: l’azionista di riferiment­o è Luca Ruffino, che detiene il 7,87% attraverso la società Sif e il 12,94% direttamen­te.

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FOTO LA PRESSE Business Canio Mazzaro, il figlio Lorenzo e l’ex compagna e socia Daniela Santanchè

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