QUARANTENA LIGHT: PERCHÉ FA BENE
È TEMPO DI VOLTARE
pagina, ma velocemente. Accogliamo con interesse e condividiamo il parere espresso al ministero della Sanità circa la quarantena da adottare in caso di Covid. Cinque giorni di isolamento per gli asintomatici e cinque anche per chi ha sintomi lievi se non si ha la febbre, ma con l’accortezza di usare la mascherina se non ci si è negativizzati nei giorni successivi. Il direttore generale, Francesco Vaia, ha dichiarato: “Il virus è meno patogeno, è la fase di responsabilizzazione dei cittadini non degli obblighi: la sanità protegga le popolazioni locali e sia attenta a pandemie odierne e future”. I 5 giorni consigliati e non gli attuali 10 di quarantena ci sembrano rientrare in una soluzione cautelativa e anche strategica e politica, soprattutto in un momento in cui ancora si fa fatica a uscire dalla pressione dalla pandemia. Si potrebbe far di più, tenendo conto che la maggior parte delle infezioni sono asintomatiche e quindi non controllabili. I dati autorizzerebbero un comportamento analogo a quello consigliato ai pazienti affetti da altre infezioni respiratorie non gravi, per le quali non vengono né suggerite, né adottate misure di contenimento del contagio. Come calcolato dall’inps, le quarantene dei lavoratori dipendenti privati sono costate 4 miliardi e 200 milioni di euro. Questa cifra non trascurabile è stata sostenuta per il 60% dai datori di lavoro. Nel 2020 e parte del 2021, quando il Covid era ancora una malattia grave e, in qualche caso, mortale, isolamento e quarantene erano più che giustificate. Il problema è che, al mutare della pandemia, non ci sono stati adeguamenti né epidemiologici né sociali. Da un lato le misure restrittive immutate, dall’altro un progressivo ed evidente miglioramento. Ora che non solo è mutato (in meglio) il virus ma anche chi lo gestisce politicamente, ci aspetteremmo un rapido cambiamento. E che finalmente si curi l’informazione, nella cui attenzione devono rientrare anche le dichiarazioni istituzionali. C’è troppa voglia in giro di “difendere” il comportamento passato e non si può dar adito a false o strumentali interpretazioni.