Matteo esulta e si prepara a collaborare con Meloni
In qualche modo Matteo Renzi e il suo “terzo polo” si possono ritrovare al centro della scena. Per l’ex premier, in questi giorni, si è scatenata una piccola tempesta perfetta.
Ieri ha esultato per la sentenza della Corte costituzionale (che ha dichiarato ammissibile il ricorso del Senato contro la procura di Firenze, con oggetto le chat di Whatsapp del leader di Italia Viva intercettate nell’inchiesta Open) e per quella del tribunale civile di Roma, che ha condannato il sito Dagospia a risarcirlo con 80 mila euro per una serie di articoli pubblicati tra il 2015 e il 2019.
Due notizie che ridanno fiato alla sua lunga campagna contro la magistratura. Solo due giorni fa Renzi annunciava un’interrogazione al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, contro la procura fiorentina, ora sembra aver ritrovato fiducia nelle toghe: “La morale è semplice – ha scritto su Twitter – bisogna continuare a credere nella giustizia. La verità prima o poi arriva”.
POI C’È L’INDAGINE avviata nei confronti della professoressa che girò il video del colloquio tra Renzi e l’agente segreto Marco Mancini all’autogrill; una vicenda per la quale Renzi ha apertamente criticato la direttrice del Dis, Elisabetta Belloni, per aver opposto il segreto di Stato. Un messagdi gio di solidarietà e di sostegno a Renzi significativo e irrituale (visto il ruolo del mittente) è arrivato ieri da Guido Crosetto, ministro della Difesa, in un’intervista al Giornale: “Io da cittadino sarei curioso
“CONTRO DI LUI FATTI GRAVISSIMI”, DICE CROSETTO
sapere come una trasmissione (Report) ha potuto avere i famosi filmati”, ha detto il meloniano, accreditando di fatto la suggestione del complotto agitata da Renzi nelle ultime uscite pubbliche e in alcuni passaggi della sua più recente fatica letteraria (l’aggiornamento del libro Il mostro). “Non mi vengono in mente i motivi per cui possa essere stato posto (il segreto di Stato) e per cui il filmato ‘di una professoressa’ debba interessare lo Stato – ha aggiunto il ministro, smorzando poi in parte le considerazioni sulla direttrice dei servizi – Ma se l’ambasciatrice Belloni lo ha fatto è certamente perché lo Stato le ha detto di farlo: non è una scelta perso
nale (...). Ciò detto, ci sono vicende raccontate da Renzi nei suoi libri che sono inquietanti e di una gravità inaudita”. Parole che pesano e sembrano, più che una stretta di mano all’ex premier, un vigoroso abbraccio. L’uscita di Crosetto avviene mentre Carlo Calenda offre la sua disponibilità a Giorgia Meloni sulla manovra e la premier accetta di incontrare il leader del “terzo polo”. Una serie di circostanze fortunate.
A FIANCO delle buone notizie sul piano giudiziario, insomma, per Renzi e i suoi c’è una questione politica: le fibrillazioni tra Forza Italia e il resto della maggioranza offrono un’opportunità per ritagliarsi un ruolo da protagonisti. Renzi stesso, ospite di Massimo Giletti domenica, ha tenuto un profilo molto basso nelle critiche a Meloni. Intanto gira l’italia per le presentazioni del suo libro, ma non vede l’ora di riprendersi un po’ di riflettori tra i palazzi.