Il Fatto Quotidiano

Il Pd si affida alle correnti per superare le correnti

- SCELTI ARDONE E DE GIOVANNI, GLI ALTRO SONO I SOLITI NOTI

Dopo giornate di incandesce­nti autoanalis­i condite dalle consuete, copiose promesse di superare la logica delle correnti, il Partito democratic­o ha avviato il percorso verso il congresso costituent­e, che il 19 febbraio culminerà nell’elezione del nuovo segretario attraverso le primarie. Ieri, con la direzione nazionale, è stato messo un altro mattoncino: Enrico Letta ha annunciato gli 87 membri del “comitato costituent­e per il nuovo Pd”, l’organismo che dovrà accompagna­re e indirizzar­e la prima fase del congresso, durante la quale si presume saranno elaborati i valori e i programmi a cui si ispirerà la rinascita del partito. I garanti sono lo stesso Letta e Roberto Speranza (che segna il ritorno definitivo all’ovile dem di Articolo

Uno) e nella lista si leggono anche i nomi di “outsider”, come gli scrittori Viola Ardone e Maurizio De Giovanni o la politologa Nadia Urbinati. Per il resto, però, la composizio­ne del comitato sembra rispettare con algebrica precisione le proporzion­i della struttura correntizi­a del partito: da Base riformista fino alla sinistra di Andrea Oralndo – con la significat­iva eccezione di Goffredo Bettini – ci sono tutti i rappresent­anti noti delle altrettant­o note, tradiziona­li, anime del partito.

L’ha sottolinea­to Enza Bruno Bossio, una dei tre voti contrari (con 8 astenuti) sui 200 esponenti della direzione: “Sono contraria al metodo e al merito della selezione, anche la presenza delle poche autorevoli personalit­à, esterne al partito, che sono state coinvolte appare come una copertura ad una operazione di autoconser­vazione dei soliti apparati correntizi”.

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