Santanchè gioca in casa: quote Twiga al compagno
Prima annuncia a mezzo stampa di aver venduto le quote del Twiga. Senza però voler rivelare a chi: “Non è affar vostro”, ha dichiarato la neoministra del Turismo Daniela Santanchè ieri a La Stampa. Il motivo di tutto questo mistero comincia a farsi strada dopo una verifica degli assetti societari dello stabilimento balneare di Forte dei Marmi: metà delle quote sono state cedute alla società lussemburghese controllata da Flavio Briatore, storico socio in affari di Santanchè; l’altra metà ad altre due società controllate da Dimitri Kunz d’asburgo Lorena, attuale compagno della neoministra al Turismo. Insomma, si sarà anche liberata della proprietà del Twiga, ma le quote di controllo non sono andate molto lontano.
Il problema di fondo aleggia sulla sua nomina fin dai primi giorni del governo Meloni: come può un’imprenditrice titolare di uno stabilimento balneare di lusso tra i più noti in Italia gestire un ministero che si occupa proprio di concessioni balneari e, più in generale, che non può non occuparsi di spiagge e stabilimenti? La risposta a questo dubbio, in un primissimo momento, sembrava averla fornita preventivamente la stessa Santanchè: la delega alle concessioni balneari sarebbe passata nelle mani di Nello Musumeci, titolare del dicastero che si occupa di Protezione civile e mare. Sembrava, appunto. Perché dopo il blitz societario, Santanchè pare aver rimesso in discussione anche questo: “Per la verità dissi una cosa diversa – puntualizza nella stessa intervista – se la premier vorrà cederò quella delega. Ora se ne occupa Musumeci. In ogni caso ho venduto le quote del Twiga”. Andiamo a vedere come.
Fino all’estate scorsa, la
Twiga srl era suddivisa tra la Majestas sarl, la holding lussemburghese di Briatore (45%), il manager franco svizzero Bruno Thierry Sebastien Michel (10%), Dimitri d’asburgo (22%), e la Immobiliare Dani srl (22%), controllata da Santanchè e amministrata da Mario Cambiaggio, gestore del Twiga, nonché cognato di
Briatore. Dal 22 novembre, ufficialmente, la Dani immobiliare ha ceduto in due parti uguali le sue quote, per un valore totale dell’operazione di circa 2,8 milioni di euro: metà alla compagnia di Briatore, un’altra metà a due società, la Modi srl, con sede a Milano, e la Thor srl, basata a Firenze. Sono di proprietà di Dimitri Kunz d’asburgo Lorena e del gemello Sodano. La seconda gestisce il noto ristorante fiorentino La Giostra.
Il caso del Twiga riemerge periodicamente quando si parla delle concessioni balneari italiane: con un fatturato che si aggira intorno ai 4 milioni di euro, il locale versa allo Stato poco più di 17 mila euro. Una cifra considerata bassa persino da Briatore, che in passato dichiarò che ne avrebbe dovuti pagare “almeno 100 mila”. Di certo c’è che i soldi che il Twiga ha saldato allo Stato in un anno sono meno di quelli stanziati per sostenere Fratelli d’italia: 26 mila euro.
MINISTRA VENDE IL 22% AL FIDANZATO E ALL’AMICO BRIATORE