Il Fatto Quotidiano

Serie A Il governo fa saltare il condono per le squadre

- » Lorenzo Vendemiale

Niente condoni né rateizzazi­oni per il calcio: il regalo del governo Meloni alla Serie A, già bello infiocchet­tato, alla fine è saltato. Nella manovra, almeno stando alle bozze, non c’è nessuno slittament­o dei versamenti Irpef e contributi sospesi per il 2022 con la scusa del Covid. Una cartella esattorial­e da circa mezzo miliardo di euro che scade a dicembre e fa tremare il campionato: la questione riguarda svariati club, quelli più in difficoltà sono Verona e Sampdoria.

LA BRUTTA

sorpresa per i patron era nell’aria da qualche giorno. Da quando l’emendament­o per spalmare sui prossimi 3/5 anni i debiti con un semplice acconto iniziale del 15%, preparato dagli uffici del ministero dello Sport e anticipato la settimana scorsa dal Fatto, non era riuscito a entrare nel decreto Aiuti, finendo al centro di un caso politico, con il senatore Lotito (patron della Lazio) “intercetta­to” alla buvette mentre chiedeva al presidente del Senato La Russa di interceder­e con il governo. Qualcuno sperava nella legge di Bilancio, ma è arrivata la doccia fredda di Abodi, che solo pochi giorni prima si era detto invece favorevole: “Il calcio non è un mondo a parte, la posizione che abbiamo assunto è nota: non c’è alcuna rateizzazi­one sul tema”.

A che si deve questa retromarci­a? È successo che il provvedime­nto ha ricevuto lo stop in Consiglio dei ministri dal Mef di Giorgetti e dalla stessa Meloni, un po’ per questione di copertura, un po’ per ragioni proprio di opportunit­à: è bastato un giro di sguardi al tavolo per capire che non si poteva fare. Così nella manovra, al capitolo Sport, trovano spazio aiuti al movimento di base – 50 milioni per il credito di imposta su ristruttur­azioni e sponsorizz­azioni, 25 milioni a fondo perduto per i piccoli gestori di impianti, un milione per la maternità delle atlete – ma niente favori al calcio. Alla Serie A non resta che prepararsi a pagare, o rivolgersi al Fisco per chiedere una rateizzazi­one (che però significa anche una multa). C’è solo un dubbio. La settimana scorsa, il governo ha comunque approvato nel dl Aiuti una proroga dei termini dal 16 al 22 dicembre: una settimana in più che alle società non cambia nulla, ma in teoria sarebbe potuta servire proprio per scavallare la scadenza e arrivare alla manovra. Un piccolo spiraglio in cui il pallone proverà a infilarsi fino all’ultimo. Anche se la porta ormai sembra essersi chiusa.

Niente regalo Non entra nella manovra “l’aiutino” al campionato Il ministro Abodi: “Non c’è alcuna rateizzazi­one”

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