Gas, niente tetto né navi (ma Pichetto non lo sa)
“Complimenti? Eh, insomma...”: suo ma lg rad o, ieri, il ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, a Bruxelles per il vertice con i ministri dell’energia Ue, ha ben inquadrato l’ennesimo disastro comunitario sull’individuazione di un tetto al prezzo del gas (e anche del livello di comprensione d’inglese del ministro visto che il reporter gli stava in realtà chiedendo se si fosse arrivati a un compromesso, “a compromise ”). Se ne parlerà a dicembre in un altro incontro: la proposta della Commissione (tetto solo se si toccano i 275 euro al megavattora per due settimane e se si va oltre i 58 euro in più rispetto al prezzo del Gnl per dieci giorni consecutivi) ha scontentato quasi tutti, tranne Olanda e Germania, e ha fatto arenare anche l’intero pacchetto energia che include misure sulle rinnovabili, la piattaforma per gli acquisti comuni e un sistema di solidarietà tra Paesi in caso di emergenza forniture. O si approva tutto o niente: la minaccia di veto di Belgio, Spagna, Italia&c. ha avuto la meglio. Ora la Commissione ha assicurato che lavorerà per trovare un giusto compromesso, la
Spagna – che per bocca del suo ministro per la Transizione energetica, Teresa Ribera, aveva in mattinata definito la proposta uno “scherzo di cattivo gusto” – ha prospettato un tetto che sia dinamico. I tempi saranno stretti: il 13 dicembre è previsto un altro incontro, il 15 ci il vertice dei leader europei. E ieri è stato chiaro che la diplomazia extra-vertice non può nulla contro la volontà di un compromesso che asseconda per lo più le istanze tedesche.
Nell’attesa dell’ennesimo aggiornamento, guardiamo un po’ a casa nostra. Il ministro dell’ambiente Pichetto Fratin in una intervista a Repubblica ha coraggiosamente accostato la conferma degli obiettivi Net Zero (finali al 2050 e intermedi al 2030) alla proposta di avere – oltre a nuovi pozzi e trivelle – non solo i due rigassificatori galleggianti a Piombino e Ravenna, ma anche “altri tre o quattro fissi, a terra o in mare. E utilizzare le navi rigassificatrici per le emergenze” raddoppiando i gasdotti della dorsale adriatica. Un azzardo da ogni lato la si guardi. Se pure si trascurasse l’aspetto ecologico, ci sono quelli pratico-economici: ieri Snam ha ipotizzato “impatti su tempi e costi” per le mitigazioni prescritte assieme alle autorizzazioni mentre il sindaco di Piombino (di Fratelli d’italia) Francesco Ferrari ha depositato contro l’opera un ricorso al Tar del Lazio con tanto di richiesta di sospensiva. In breve tempo il Tribunale dovrà stabilire se fermare i lavori. Si tratta, poi, di infrastrutture molto costose da avviare e altrettanto da dismettere. Pichetto si consola però con l’imminente, parole sue, installazione di 7-9 giga di rinnovabili entro fine anno. Andrà riportato alla realtà anche stavolta: se tutto va bene, saranno approvate su carta e a metà del loro percorso. Complimenti? Eh, insomma...
Flop e rimandi I ministri a Bruxelles respingono la proposta sul price cap L’italia vuole 6 impianti, ma non riesce a farne uno